Pandori e panegirici (1251)
Leggo che un tizio, un cuoco che cucina in tv, noto alle folle come fidanzato di Selvaggia Lucarelli, nota alle folle come opinionista e attrice teatrale, si è accorto che una donna, fino a poco prima ignota alle folle, proprietaria di una pizzeria in provincia di Lodi, cittadina nota alle folle per la trippa, aveva pubblicato sui social una sospetta recensione in cui rispondeva a tono a un cliente che si lamentava della presenza nel locale di persone gay e disabili, non so se contemporaneamente gay e disabili e se, nel caso, fosse proprio questa combinazione a infastidirlo, guadagnando molti panegirici (parola nota alle folle per la sua utilità nell'evitare l'ambiguità con quella cittadina nota per la trippa) e molta attenzione dai media (la proprietaria della pizzeria, intendo, non il cliente infastidito da gay e disabili, che non si sa che fine abbia fatto). Comunque. Il cuoco televisivo ha analizzato accuratamente - all'inizio non ne capivo la ragione, poi lui ha detto che era "per la ricerca della verità", che è esattamente ciò che ci si aspetta da un cuoco, diceva Diogene di Sinope - la recensione e, attraverso un accurato esame grafico, grammaticale e storico-filologico ha avanzato dei dubbi sulla sua veridicità, tanto da arrivare al punto di telefonare alla proprietaria della pizzeria per interrogarla in proposito e richiedere lo screenshot originale della recensione (non so a che titolo), senza ricevere a quanto pare risposte convincenti né tantomeno lo screenshot, anzi sentendosi attaccare il telefono in faccia (strano. Immagino la classica fiction crime dove l'investigatore si presenta alla porta di un sospettato, solo che invece di essere un investigatore è un cuoco. «Salve, posso farle alcune domande in merito al caso della recensione sospetta?» dice il cuoco, vestito da cuoco. «Ma lei chi è, scusi?» chiede il sospettato. «Sono un cuoco, un cuoco televisivo» dice il cuoco mostrando un distintivo con una stella Michelin o un badge della Rai. «Prego, si accomodi» dice allora il sospettato. Ora che ci penso, però, ci sono delle serie-tv dove a investigare non è un investigatore ma, che so, una scrittrice o un medico, quindi ci sarà anche quella dove a investigare è un cuoco - ho cercato, c'è: I delitti del cuoco). Dopodiché, e intendo dopo un giorno o due o forse dieci, non lo so, la signora è stata trovata nel Lambro, morta, forse suicida, ancora non si sa (saranno la Lucarelli e il suo fidanzato cuoco a condurre le indagini? Perché la ricerca della verità non può certo fermarsi ora). A questo punto, però, le folle (dei social, eh), che se la proprietaria della pizzeria non fosse morta la starebbero sommergendo di commenti colpevolizzanti, insulti e probabilmente anche minacce di morte, siccome la signora invece è morta stanno sommergendo di commenti colpevolizzanti il cuoco televisivo (qualcuno devono sommergere di commenti colpevolizzanti, le folle). Le folle dei social sono così, rigide custodi dell'ordine morale moderno. Di solito, vedi il caso di quella influencer per quella storia dei pandori, arrivano le pubbliche ammende, ma non so quanto servano a placare le folle, perché secondo me le folle vogliono solo vedere cadere chi è in alto, e provano piacere nel fatto di poter esercitare un potere, un'influenza, sulla sua vita, almeno per qualche giorno. O forse sono semplicemente stupide. Mi chiedo anche se le folle si occupino di un caso alla volta o se riescano a stare appresso a tutti i presunti colpevoli del mondo. Ma, a parte tutto, mi fa ridere pensare che le folle ora colpevolizzino il cuoco televisivo per aver, secondo loro, colpevolizzato la proprietaria della pizzeria, portandola al suicidio. E se ora il tizio si suicidasse? Lui stesso, in un commento in risposta alle folle, ha fatto notare come una persona più fragile potrebbe pensare a un gesto estremo (mmm). A quel punto, però, le folle dei social dovrebbero colpevolizzare se stesse e, dunque, conseguentemente, suicidarsi, così poi su internet non ci sarebbero più folle e probabilmente, senza folle, non ci sarebbero più: cuochi televisivi, opinionisti, influencer, ballerini, ma continuerebbero a esserci i pandori, che sono buoni, specie nel latte. E credo sia questo l'insegnamento di tutta la vicenda. Perché ogni vicenda ne contiene sempre almeno uno. Di insegnamento, dico, non di pandoro (purtroppo).