Tra l'altro mi fa ridere quando qualcuno dice «un pensiero va alla famiglia della vittima». Sì, ok, ma che pensiero? Devi dirlo, devi pensarlo. Invece no, «un pensiero va alla famiglia», e anche questa è fatta. Magari il pensiero è "stasera mi faccio una pasta coi fagioli" o "devo passare a ritirare le camicie in tintoria". Per esempio se io, ipotesi, non avessi alcun pensiero per la famiglia di una vittima, e magari nessun sentimento ma in una situazione dove ci si aspetta che ne abbia o dove sarebbe il caso di averne, potrei cavarmela dicendo: «Ah sì, un pensiero alla famiglia della vittima, e anche dei sentimenti, che so, dispiacere, tristezza, rabbia, fame». «Come dice? Fame?». «Eh? No no, dispiacere e tristezza, basta. Per la famiglia della vittima. E un pensiero, ovviamente, il pensiero va lì, a loro». «Che pensiero? Ce lo dica!». «Non so. Che devo passare a ritirare le camicie in tintoria. Anzi se possono passare loro…». «Loro chi?». «I famigliari. Della famiglia, dico. Della vittima». «Ah, ok. Altri pensieri?». «Sì, tantissimi».