Lacchè (1312)

Un tempo quando ero in attesa che il semaforo diventasse verde, non smettevo di guardarlo. Non volevo che il tizio dietro di me mi suonasse. Lo trovavo irritante e offensivo. E sappiamo quanto sono veloci a suonarti quelli dietro, hanno i tempi di reazione di un rilevatore di particelle. Così di solito stavo lì, col collo tutto storto, a fissare il semaforo (e sappiamo quanto sono lenti i semafori, specie se li fissi). Ma poi ci ho riflettuto e mi sono detto: ma in fondo che mi frega se quello dietro mi suona? Nella vita bisogna imparare a non prendere mai le cose sul personale. Anche quelle personali. Così adesso, quando sono in attesa che il semaforo diventi verde, il semaforo non lo guardo mai. Lo ignoro proprio. Mi rilasso e penso ad altro. Perché a guardare il semaforo ci pensa il mio lacché, cioè il tizio dietro. Quando mi suona vuol dire che è verde e allora, con calma, parto.

22.7.24