I pesci che nutri non si giurano fraternità (1343)

Una delle microbiografie immaginarie contenute ne La sinagoga degli iconoclasti di Wilcock (1972) parla di un orologiaio appassionato di meccanismi che costruisce un Filosofo Universale, un apparecchio che, attraverso il movimento di ruote dentate e cilindri collegati a targhette su ciascuna delle quali è scritto un vocabolo, assembla di volta in volta una frase "sempre casuale ma non sempre priva di senso". È interessante perché lo si può definire un rudimentale precursore di ChatGPT, anche se quest'ultimo assembla le frasi non in modo casuale ma probabilistico.

"Marie Plaisance Amet, unica figlia dell'orologiaio, leggeva queste frasi e trascriveva quelle più curiose o apodittiche in un suo grosso quaderno da contabile. [...] Non che annotasse sul quaderno frasi del tipo: «Il gatto è indispensabile al progresso della religione», ma quante volte ignara registrò la sua penna concetti allora oscuri e che un secolo o due secoli dopo sarebbero stati detti luminosi. [...] Quale senso del'irrealtà futura indusse la giovane - o suo padre per lei - a scegliere tra migliaia di frasi insensate queste che un giorno avrebbero meritato l'antologia? Sorprende leggere in un libro del 1774: «Tutto il reale è razionale»; «Il bollito è la vita, l'arrosto è la morte»; «L'inferno sono gli altri»; «L'arte è sentimento»; «L'essere è divenire per la morte»; e tante altre combinazioni del genere oggi diventate più o meno illustri".

La sinagoga degli iconoclasti, J. R. Wilcock

12.10.24