"Marie Plaisance Amet, unica figlia dell'orologiaio, leggeva queste frasi e trascriveva quelle più curiose o apodittiche in un suo grosso quaderno da contabile. [...] Non che annotasse sul quaderno frasi del tipo: «Il gatto è indispensabile al progresso della religione», ma quante volte ignara registrò la sua penna concetti allora oscuri e che un secolo o due secoli dopo sarebbero stati detti luminosi. [...] Quale senso del'irrealtà futura indusse la giovane - o suo padre per lei - a scegliere tra migliaia di frasi insensate queste che un giorno avrebbero meritato l'antologia? Sorprende leggere in un libro del 1774: «Tutto il reale è razionale»; «Il bollito è la vita, l'arrosto è la morte»; «L'inferno sono gli altri»; «L'arte è sentimento»; «L'essere è divenire per la morte»; e tante altre combinazioni del genere oggi diventate più o meno illustri".
La sinagoga degli iconoclasti, J. R. Wilcock