La parete ovest (1426)

Ieri sera, quando ho chiuso le imposte della cucina prima di andare a dormire, ho visto che sulla zanzariera c'era uno scarafaggio enorme. Ogni tanto, d'estate, ne trovo uno in casa o, per l'appunto, nei pressi di una finestra, che cerca di entrare in casa. Si arrampicano sui muri del condominio, si infilano nelle guide delle zanzariere e, poco alla volta, pazientemente, trovano il momento giusto per entrare. Una volta dentro trovano anche Gâteau, che a zampettate me li consegna tramortiti. O forse è il veleno che qualcuno sparge nel cortile. O forse si drogano. Scarafaggi tossicodipendenti che si intrufolano nelle case in cerca di monili. Tenendo chiusa un'anta della finestra, per evitare che mi cadesse in faccia, ho fatto alzare di scatto la zanzariera, tipo ghigliottina. Poi sono andato a letto, sereno. La notte, però, ho sognato esattamente la stessa scena, io che vado a chiudere le imposte della cucina prima di andare a dormire, vedo lo scarafaggio, alzo di scatto la zanzariera, poi l'abbasso di nuovo e vedo lo scarafaggio morto, tutto schiacciato. "Addio, scarafaggio!" penso nel sogno, e poi penso che devo chiamare lo zanzarierista, mi serve una zanzariera nuova. Quindi vado a dormire, nel sogno, ma mi sveglio nella realtà. Forse quando vai a dormire nella realtà entri nel sogno e quando vai a dormire nel sogno entri nella realtà. Che cosa è reale? Che cosa è normale? È nato prima lo scarafaggio o la gallina? Comunque. Mi sveglio e percepisco che Gâteau non è sul letto, nella classica posizione notturna di acciambellamento. Accendo la luce e vedo che sta bisticciando con qualcosa in un angolino di fianco all'armadio. So già di che si tratta. Mi alzo, l'allontano, vedo un piccolo scarafaggio. Schiaccio lo scarafaggio con una copia della Metamorfosi, ne raccolgo i resti con un pezzetto di carta igienica, li butto nel cesso – si restituiscono sempre ai loro cari i corpi delle vittime, in una guerra –, disinfetto il punto in cui è avvenuta l'uccisione, mi lavo le mani e finalmente torno a letto. Gâteau è già lì, acciambellata, pronta a entrare nel mondo del sogno. Che cosa sognano i gatti?, ho letto una volta da qualche parte. Topi. Le do un bacio sulla testolina e le dico: «Ottimo lavoro, grazie». Gâteau mi protegge mentre dormo. O almeno spero. Torno a dormire e penso: "Era solo un brutto sogno, quello dello scarafaggio enorme sulla zanzariera, meno male!". La mattina mi sveglio. Controllo: non sono diventato uno scarafaggio. Anche Gâteau è ancora una gatta. Tutto bene, dunque. Però penso: "Aspetta, non era un sogno!". Lo scarafaggio enorme, dico. Mi alzo, vado in cucina, apro la finestra ma riparandomi sempre con un'anta, abbasso la zanzariera: nessuno scarafaggio. Né vivo, né morto, né maciullato. Unico indizio: una zampetta nera sul davanzale. Me lo immagino, tornato a casa, senza una zampa, una benda attorno alla testa, seduto in poltrona mentre sorseggia un bicchierino di frullato di mela marcia, che dice alla moglie: «Me la sono vista brutta, questa volta». E la moglie: «Ti ho sempre detto di stare lontano dalle zanzariere». E lui: «Sono l'unico punto di accesso». E lei: «Lo so, amore, ma devi stare attento. Non puoi fermarti su una zanzariera troppo a lungo». E lui: «Ero stanco, dovevo riposare. La parete ovest è molto impegnativa». «Lo so, lo so» dice lei passandogli un pezzettino di buccia di banana. «Senti un po', hai notizie di Ludwig?» chiede lo scarafaggione addentando la buccia. La moglie, qui, abbassa il capo. Lo scarafaggione non dice niente. Smette di masticare. Una lacrima gli scende sul viso, e poi, dopo aver bevuto un altro sorso di frullato, dice: «Era un bravo scarafaggio».

6.6.25