A pranzo con la mia amica Paola, le dico: «Sai, ho elaborato un metodo per essere più equilibrati: quando esprimi un giudizio molto severo su qualcosa, prova a immaginare di esprimerlo in presenza di chi l'ha fatto, e vedrai come le tue parole si ammorbidiranno! Per esempio leggo un libro e penso: "Che merda! È il libro più insulso e noioso che abbia mai letto, mi ha rubato ore di vita!". Ma se immagino di avere davanti a me l'autore, non direi così, direi invece: "Intanto complimenti per la pubblicazione, non è mai facile. Per quanto riguarda il testo, devo ammettere che non mi ha agganciato, probabilmente non è un tipo di scrittura adatto a me, ho fatto un po' fatica a seguire la storia, o forse non era il momento giusto per leggerlo". Penso che confrontare le due versioni sia un possibile esercizio di obiettività». Paola sembra entusiasta: «Sì, per esempio questa bistecca,» dice, «è una suola di scarpa, chi l'ha fatta è un incapace e vorrei costringerlo a mangiare una cassetta di pantofole MA» dice alzando un dito, «se l'avessi davanti gli direi: "La bistecca poteva forse essere un pochino più tenera?"». «Esatto, hai centrato il punto» le dico, e ridiamo soddisfatti.
Un paio di giorni dopo, facciamo l'aperitivo con Carla al Cerveza. Il cameriere ci porta i cocktail, Carla assaggia il suo e immediatamente risputa tutto nel bicchiere. «Che c'è?» le chiedo, divertito. «C'è che fa schifo» dice Carla pulendosi la bocca con il tovagliolino. Allora Paola alza il suo solito dito e le dice: «Vedi, in realtà potresti usare un metodo: immagina di avere davanti chi l'ha fatto. Sceglieresti le stesse parole? Non credo». Mentre Carla sta scrutando Paola pensando se sia il caso di risponderle, arriva Federico, il barista, e le dice: «Ciao Carla, scusa, non ho potuto fare a meno di vedere che hai sputato il cocktail. C'è qualcosa che non va?». Paola guarda Carla come il maestro Myagi guardava Daniel in Karate Kid prima del colpo della gru, Carla le sorride, poi dice a Federico: «Sì, Fede, in effetti c'è qualcosa che non va: il tuo cocktail fa vomitare, mi ha ricordato quella volta che per errore ho bevuto del fertilizzante a casa dei miei nonni, spero sinceramente che tu abbia cercato di avvelenarmi, altrimenti penso che dovrebbero tagliarti le mani e appendertele al collo con un cartello che dice "Non so fare i cocktail"». Mentre Federico cerca di elaborare quanto appena sentito, Carla guarda Paola e, sorridendo, le dice: «Come sono andata?».