Ieri sono uscito a bere una birra con la mia amica Carla. A un certo punto le squilla il cellulare, lì sul tavolino. Noto che gli dà un’occhiata ma niente più. Il cellulare suona per un po’, io continuo a dire quello che stavo dicendo, Carla continua ad ascoltare. Il telefono continua a squillare e qualcuno degli altri tavoli ci lancia occhiate insofferenti. Carla intercetta lo sguardo di un tizio col cappellino e porgendogli il cellulare gli fa: vuoi rispondere tu? Il tizio col cappellino si gira e finge che la cosa non sia mai accaduta, ma è accaduta. Alla fine Carla risponde. Sì, dice, sì, ok, sì, bravo, adesso però sto facendo l’aperitivo. Eh? Con un amico. No che non lo dico per farti ingelosire. Mi porge il cellulare e fa: di’ ciao. Io mi avvicino al cellulare e nel modo più gioioso e irritante possibile dico: ciaooo. Visto?, riprende Carla. Mm. Mi hai chiamato per questo? Bravo. Adesso se non ti dispiace torno al mio aperitivo, ok? Sì, sì. Ciao. E mette giù. Nuovo amichetto?, le chiedo. Lei sorride. Se lo tratti così però mi sa che ti molla. Qui si mette proprio a ridere. Poi torna seria e mi fa: purtroppo con certa gente bisogna usare il bastone e la carota, caro mio, e la carota ti serve solo nel caso ti venga fame mentre usi il bastone. Amen, le dico sollevando il bicchiere. Amen, risponde Carla sollevando il suo.