Ho letto di un fotografo attaccato da un animale metà tigre e metà leone. Mi ha fatto venire in mente Salih, nome di un cratere di Encelado, un satellite naturale di Saturno, ma anche nome del pechinese che per diciotto anni ha vissuto con i miei, e mi riferisco a una cagnolina, sebbene, penso ora, considerando quanto mia madre ami la cucina cinese, le sarebbe piaciuto anche se, invece di una cagnolina, si fosse trattato di una cuoca. In realtà Salih, per un fraintendimento, è sempre stata chiamata Selih, oppure c’è un altro cratere, oppure il cratere non c’entra niente. Be’, fatto sta che, secondo la leggenda, il pechinese è nato dall’incrocio (sesso) tra una scimmia e un leone. Della scimmia ha preso il muso e le dimensioni, del leone la criniera e la cattiveria, e infatti Selih mordeva tutti. Ho letto tra l’altro che i cani pechinesi erano considerati sacri, guardiani del Buddha, avevano accesso alla Città Proibita e tutti dovevano inchinarsi al loro passaggio. Forse per quello era così nervosa, insomma, da lì al soggiorno dei miei doveva essere stato un bel salto. Metà leone e metà scimmia, dunque, e così, tornando al fotografo, mi sono immaginato di trovarmi al suo posto, e che a un certo punto il mio assistente (ho un assistente) mi dica: ehi, credo che stia per attaccarci un animale metà leone e metà… E io: carpa? Pettirosso? Zanzara? Coccinella? E lui: tigre. E io: ah.