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Sono incappato in una foto del Buddha gigante di Leshan, la più grande statua di pietra di Buddha del mondo, statua che mi ha colpito però, più che per la sua grandezza, per la sua bruttezza, non me ne voglia il Buddha. Dicono che sia stata scolpita nell’ottavo secolo dopo Cristo da un monaco che intendeva con la sua opera placare le turbolente acque che scorrono lì nei pressi. Il suddetto monaco, però, poco prima di terminarla si è cavato gli occhi, secondo la leggenda, «per dimostrare la propria buona fede», ma secondo me perché se scavi nella roccia probabilmente a mani nude o con un cucchiaio di legno una statua alta settantuno metri e quando ormai hai finito ti rendi conto che fa irrimediabilmente schifo, cavarti gli occhi è il minimo. E magari la cosa della buona fede è anche vera:

Ehi, monaco, che cos’è quell’obbrobrio? 
Una statua del Buddha, l'ho fatta io!
Vorrai scherzare? È la cosa più brutta che abbiamo mai visto, e siamo cinesi. Hai fatto apposta a farla così brutta! 
No, fratelli, mi sono impegnato, ero in buona fede, lo giuro, e per dimostrarvelo mi caverò gli occhi! (Si cava gli occhi.)
Be', non era necessario. 
Ah, no?
Ma no. E poi non c'è alcun nesso logico. 
Mm.
E in fondo chi se ne frega.
Mm. Mm.
E poi sai cosa? Ti stavamo solo prendendo in giro.

Storia triste, vero? Ma c’è un finale inaspettato: i discepoli del monaco – ora che ci penso, forse il monaco ha scolpito la statua dopo essersi cavato gli occhi, avrebbe più senso: 
Amici, guardate cosa ho fatto: ho scolpito una statua del Buddha! 
Sai che roba. 
Ma l’ho fatto nella montagna. 
E allora?  (Oppure: hai rovinato la montagna?! La montagna sacra? La montagna sacra detta anche l'Intoccabile montagna sacra di Leshan?) 
Ed è alta settantuno metri! 
Hai rovinato la montagna? (Pensava di averla scampata, il vecchio.)
Ciliegina sulla torta, è dell'ottavo secolo dopo Cristo!
Silenzio. Poi:
A parte che siamo buddisti, vecchio, noi siamo nell'ottavo secolo dopo Cristo. Qualunque cosa, qui, è dell'ottavo secolo dopo Cristo, anche questo bastoncino di ovatta con cui mi sto pulendo l'orecchio.
Ok, ok, ma sentite la cosa più straordinaria di tutte: l'ho scolpita – si volta – senza occhi!

C’è un finale inaspettato, dicevo, anzi due: prima di tutto, novant’anni dopo, i discepoli del monaco hanno finito la statua (e a quel punto qualcuno sarà arrivato e avrà detto: ah, bravi, avete distrutto quella statua orribile. E loro: veramente l’abbiamo completata secondo i dettami del maestro); inoltre (forse funziona anche al contrario: ah bravi, avete completato quella statua orribile. E loro: veramente l'abbiamo distrutta), sembra che i detriti della lavorazione finiti nelle acque le abbiano davvero rese più miti. O forse è un miracolo del Buddha. Ma più probabilmente è una balla. Va be', adesso mi spiace aver detto che è così brutta. Non è così brutta. Non è il Ratto delle Sabine del Giambologna, diciamo.

15.5.20