Paola, Paola cara, le ho scritto, ma tu lo sai dove trovo tutte le risposte alle tue strane domande?
Silenzio.
Paola?
Silenzio.
Voglio dire, le ho scritto, ma giusto per curiosità, tu credi che io sappia ogni cosa?
Silenzio.
Paola?
Niente.
Va be’, ho pensato, ciao, e mi sono dimenticato della faccenda. Il giorno dopo, messaggio:
Non ti chiederò mai più niente in tutta la mia vita. (È un po’ melodrammatica).
Ma no, dai, le rispondo.
Ti facevo le domande solo per farti sentire utile, mi scrive.
Ok.
Perché è chiaro a tutti, eccetto te, che non servi proprio a un bel niente.
Adesso non esagerare.
Esagerare? Oh ma non sto esagerando, caro mio. Dimmi una cosa, dimmi una sola cosa per la quale si può dire che tu sia, non dico utile, ma non completamente inutile, quando non pervicacemente dannoso.
Mm, penso, mm.
Allora?, mi incalza.
Mm, mm, mm, penso.
Visto?, mi scrive.
Forse hai ragione, le scrivo.
Certo che ho ragione, mi scrive lei, lo sanno tutti.
Silenzio.
Cambiando discorso, mi scrive dopo qualche minuto, mi chiedevo, chissà che tempo fa a Stoccarda.
Silenzio. Poi:
Per lo più nuvoloso, le scrivo, ventuno gradi centigradi, precipitazioni zero per cento, umidità quarantuno per cento, vento undici chilometri orari.
E chissà quanti nodi sono un chilometro orario, me lo sono sempre chiesto.
Zero virgola cinque tre nove nove cinque sette.
Grazie!
Per lo più nuvoloso, le scrivo, ventuno gradi centigradi, precipitazioni zero per cento, umidità quarantuno per cento, vento undici chilometri orari.
E chissà quanti nodi sono un chilometro orario, me lo sono sempre chiesto.
Zero virgola cinque tre nove nove cinque sette.
Grazie!