876.
Leggo qui che «Liston, un chirurgo scozzese vissuto tra il 1794 e il 1847, divenne molto famoso per la straordinaria velocità con cui eseguiva gli interventi: un fattore fondamentale all’epoca, vista l’assenza dell’anestesia. E quando si ipotizzò l’utilizzo dell’etere per sedare i pazienti, nel 1846 fu il primo medico europeo e il secondo al mondo (poco dopo un collega americano) a sperimentarlo nel corso di un’operazione. Entrambi motivi più che validi per essere ricordato negli annali della Medicina. A farlo entrare nella storia tuttavia non furono questi successi, ma un numero: 300. O meglio ancora una percentuale: il 300%. Durante l’amputazione di una gamba, operazione che di norma eseguiva in poco più di due minuti e circondato dal pubblico (impensabile oggi), Liston amputò incidentalmente anche le dita di un assistente che stava immobilizzando il paziente. Nei giorni seguenti entrambi, paziente e assistente, morirono per infezione (non esistevano ancora gli antibiotici…). Come se non bastasse uno degli “spettatori”, per la crudezza della scena, ebbe un attacco cardiaco e morì all’istante. Un paziente, tre morti: una letalità del 300%». Mi ha fatto ridere.