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Ho letto che un giornalista che si fa chiamare Andrea Scanzi ha detto che gli italiani dovrebbero ringraziarlo – o che si aspettava che gli italiani lo ringraziassero, o che ringrazia gli italiani che lo hanno aspettato, o qualcosa di simile, con un occhio leggevo e con l’altro guardavo Jojo Rabbit, la storia di un bambino nazista che viene friendzonato da una bambina ebrea (voto: settemilatrecentoquarantatré stelline su diecimila) – perché, facendosi vaccinare come riservista, ha evitato che una dose di vaccino andasse sprecata. Non entro nella vicenda del riservismo, anche se potrei dire che mio padre ha ottantanove anni (drammatizzazione), ha avuto un infarto (true story, e sono stato io a salvargli la vita, quindi direi che siamo pari), prende sedici pastiglie al giorno (cioè, salvargli la vita… l’ho accompagnato al pronto soccorso, non è che gli ho fatto la respirazione bocca a bocca, anche perché forse non avrei avuto il coraggio: figliolo, presto, fammi la respirazione bocca a bocca! – papà, cazzo, no! – ma io ti ho dato la vita! – eh, ho capito, ma mica hai dovuto fare la respirazione bocca a bocca a un anziano, però – mi sono dovuto fare tua madre, che ne dici? – mm, uno a zero per te ma no, ti accompagno al pronto soccorso, resisti... tra l’altro non ho mai visto uno che ha bisogno della respirazione bocca a bocca e che però ha il fiato per bisticciare) e, mio padre, dicevo, non ha ancora ricevuto il vaccino. No, entro solo nella questione della gratitudine che dovremmo a quel giornalista che si è fatto vaccinare, è proprio un ragionamento che non mi convince, sono giorni che ci penso e ci ripenso, come se uno sul Titanic si prendesse una scialuppa e a quelli che restano sulla nave mentre cola a picco dicesse «ringraziatemi che non spreco delle scialuppe», non so, mi sa più di presa per il culo, se devo essere sincero. Comunque mi ha fatto ridere. (Tra l'altro è tutto da dimostrare che per non sprecare una dose basti iniettarla a qualcuno).