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Oggi ho scritto otto cartelle, sono felice. Sto anche bevendo un vino pugliese che sa di frutti tropicali, sono felice anche per quello. Mi sono tagliato (infelice, qui) con un bicchiere mentre cercavo di lavarlo, ho messo subito il dito sotto l’acqua corrente ma il sangue non la smetteva di sgorgare, fortunatamente è il mignolo, dito che mi serve solo per lavare i bicchieri, cosa che ovviamente non farò mai più, forse non userò più bicchieri, in fondo che senso ha? Comunque poi ho scoperto che la prima cosa da non fare è mettere la ferita sotto l’acqua corrente. Poi ho chiamato la mia amica Paola, che per ogni malanno o accidente ha un caso uguale che si è risolto con la guarigione, non importa di che si tratta, lei ce l’ha, il caso uguale, e si è risolto con la guarigione. Ma di questo parleremo un’altra volta, in realtà volevo parlare di Sonia, una mia compagna di classe delle medie di cui ero innamorato. Sonia mi è venuta in mente perché in pratica è l’ultima volta che sono uscito di casa senza sapere che c’era in giro il virus, parliamo di metà febbraio dell’anno scorso. Ho incontrato Sonia al supermercato, trent’anni dopo che avevo cercato di farmela a quella festa quando eravamo praticamente dei bambini. Avevamo passato tutta la notte chiusi in bagno, io e Sonia e una bottiglia di vodka, ma niente, lei mi aveva detto che le piacevo (non era vero) ma che stava con un certo Riccardo, al che io avevo fatto un passo indietro, per questioni etiche, e poi, quella sera stessa, avevo cercato di farmi la sorella (per questioni etiche) la quale mi aveva detto che le piacevo (non era vero) ma che, mm, qui aveva tossicchiato qualcosa, e io le avevo creduto. C’era una terza sorella e, ironia della sorte, se l’era fatta il mio amico Giorgio, con cui sono ancora amico dopo tutto questo tempo. Com’è che hai fatto, Giorgio?, gli avevo chiesto. È stato facilissimo!, mi aveva detto lui, in realtà non volevo neanche provarci, è stata lei a dirmi ho una voglia pazzesca di scopare, scopiamo?, e io le ho detto sì. Io naturalmente c’ero rimasto di sasso, considerando che le sorelle erano gemelle, Sonia, Sabrina, Samanta, indistinguibili l’una dall’altra, infatti tra l’altro io ero convinto di stare tampinando Samanta, invece era Sonia, va be’. Ma di cosa stavo parlando? Non lo so più. Ah sì, che un anno fa ho incontrato Sonia al supermercato. Ogni tanto ci rivediamo, io e Sonia, e io penso sempre a quella sera, a quella notte, poi diventata alba. O era Samanta? Ironia della sorte, stanotte ho sognato Sabrina. Eravamo in casa sua e lei mi diceva ti amo, Andrea, e anche se io non mi chiamo Andrea stavo zitto, tutto grasso che cola, ho pensato nel sogno, e a quel punto le dovevo dire anch'io ti amo, Sonia, o Sabrina, o Samanta, non sapevo chi fosse, delle tre, non sarebbe più facile fare sesso con tutte voi?, stavo per dire, ma poi non l'ho detto.