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A volte ho la curiosità di prendere un uccellino e darlo a Gâteau. Certo per l’uccellino non sarebbe una gran giornata. Ma chi può dirlo? Magari si divertirebbe un mondo, dopotutto lui e gli altri suoi compari le svolazzano senza sosta davanti al portabaffi cinguettando, piroettando, eccetera, magari sperano che lei li acchiappi. Io non vado a fare piroette davanti ai leoni, no? Cioè, allo zoo sì, ma… mm, è proprio la stessa cosa, ora che ci penso, come quella volta che allo Zoo di Berlino ho eseguito un grand pas de deux davanti al recinto degli struzzi, quindi se non ci fosse il vetro della finestra gli uccellini non farebbero tanto i furbi, mi sa, non verrebbero a sgranocchiare le loro sgranocchiette proprio a cinque centimetri dalle fauci di Gâteau. Detto questo, prendere un uccellino non è facile. Dico per me, per Gâteau sarebbe uno scherzo, ovvio, tanto che forse potrei farmi aiutare da lei a prendere un uccellino da darle. Ma per un essere umano, benché intelligentissimo e spiritoso, no. Anzi l’intelligenza è un limite, se vogliamo, perché come diceva sempre mio nonno quando andavamo a fare spesa, per prendere un uccellino devi pensare come un uccellino (erano molto poveri). Tra l’altro questo mi fa venire in mente che giorni fa stavo facendo due passi con la mia amica Carla, vedo una farfalla e dico: quasi quasi la prendo e la porto a Gâteau. E lei: non credo che riusciresti a prenderla. E io: be’, con un retino si prende. E lei: non credo ci riusciresti. Chissà cosa avrà voluto dire, mi sono detto tornando a casa, e poi ci ho pensato per giorni. Forse Carla pensa che io sia un incapace, pensavo. Così alla fine le ho telefonato, non mi piace avere delle cose che mi rodono. Carla, scusa, le ho detto, l’altro giorno forse spiegandoti male hai detto che secondo te non riuscirei a prendere una farfalla nemmeno col retino. Esatto, ha detto lei, sei un incapace. Per favore, ho detto io, non anticipare le mie domande, procediamo con calma nell’analisi della faccenda. Ok, ha detto lei. Per caso, ho ripreso io, così, per assurdo, pensi che io sia un incapace? Sì, ha detto lei. Ah ecco, ho detto io, mi sembrava.