1026.

La mia amica Carla mi ha confidato che ascolta i messaggi vocali a doppia velocità. Quando me l’ha detto ho pensato «tranne i miei. Ora lo dirà. Tranne i tuoi, Joey, i tuoi sono troppo belli per essere ascoltati a doppia velocità, i tuoi li ascolto a mezza velocità, più e più volte, sai, per cogliere tutte le sfumature, e spero che non finiscano mai. Ora lo dirà, Joey, vedrai. Sta proprio per dirlo». Ma Carla non ha detto più niente, si è accesa una sigaretta e si è messa a guardare la gente che passava.
«Ehm ehm, excusez moi…» ho tossicchiato.
«Che c’è?» mi fa lei.
«No, dico… anche i miei?» le ho chiesto.
«Anche i miei cosa?».
«Ascolti a doppia velocità anche i miei vocali?».
«Sì, certo».
Silenzio.
«Perché, tu no?» mi ha chiesto poi.
«Eh? Ah, uhm, certo, a doppia velocità, chiaro! Il tempo è danaro!» ho detto io, proprio come sta scritto nel galateo!, ho pensato, e una volta a casa mi sono detto che in qualche modo dovevo rispondere a questa nuova informazione – quasi una provocazione, no? –, perché mi sentivo blandamente ferito nell’orgoglio e temevo che come spontanea conseguenza potesse germinare un sentimento non del tutto piacevole nei confronti di Carla, dovevo farlo per noi, e quindi, in pratica, (anche) per lei. Altruismo, dunque? Sembra proprio di sì. Così, come prima idea ho pensato di mandare d’ora in avanti a Carla dei vocali parlando a mezza velocità, ho anche fatto delle prove e funziona bene, parlare a mezza velocità vanifica completamente l’ascolto in doppia velocità. Il problema è che ti fa sembrare ritardato. Allora ho pensato di mandare a Carla dei vocali parlando già io a doppia velocità, anche in questo caso funziona (quando mai una mia idea non ha funzionato?) e rende impossibile ascoltarli a doppia velocità: non si capisce niente. Il problema è che Carla potrebbe a quel punto ascoltarli a velocità normale, per lei non cambierebbe nulla, eccetto forse un piccolo accrescimento del suo lieve stato confusionale naturale. Alla fine dunque ho deciso per una terza via: dire a Carla le cose impiegando il doppio delle parole che avrei usato normalmente. Per esempio invece di dirle «Ho finito Breaking bad, mi è piaciuta molto!», ora le dico «Ho terminato la visione della serie Breaking bad e devo dire che l'ho apprezzata particolarmente!». Invece di dirle «Andiamo a berci un caffè» le dico «Che ne diresti di andare al bar e ordinare uno o più caffè e berli?». Eccetera. Questa soluzione per adesso mi soddisfa e sento che la nostra amicizia non dovrebbe essere più in pericolo. L'unico commento di Carla finora è stato «Ultimamente parli in modo strano», e io le ho risposto «Ah sì? Dimmi a che cosa ti riferisci di preciso magari utilizzando un esempio che possa illustrare meglio i tuoi pensieri». Quando invece ho esposto la mia idea all'altra mia amica, Paola, lei ha detto soltanto «molto, molto maturo».

6.1.22