Pullover (1054)

Giorni fa ho detto addio a tre pullover. Erano di seta e cashmere ma pagati solo 19 euro. Mi hanno accompagnato per dieci anni e posso dire che hanno fatto le scarpe a tutti i pullover comprati per sostituirli, il che è strano, trattandosi di pullover. Comunque sia, quelli nuovi o non erano altrettanto morbidi o non erano altrettanto comodi o non erano altrettanto pregiati ma al tempo stesso economici. Come avevo fatto a pagarli così poco? Semplice: me li aveva venduti un tizio con la lebbra che girava qui nel quartiere con un carrettino sbilenco. Un giorno mi si avvicina e io come al solito prendo una manciata di monetine, le scaldo con l’accendino e gliele tiro in faccia per allontanarlo, ma lui invece di fuggire quella volta mi fa: bel signore (be’, ti credo, ho pensato, hai la lebbra…), li vuoi tre pullover di seta e cashmere a soli 19 euro l’uno? L’uno?!, dico io facendo roteare gli occhi, ma poi penso: ehi, e quando mi ricapita un’occasione simile? Mentre li esamino gli dico: dove li hai rubati, eh? E lui… ma ora che ci penso perché sto raccontando questa storia? Non è interessante. Stavo dicendo che giorni fa ho detto addio ai suddetti tre pullover. Prima, però, ho fatto loro un discorso. Li ho ringraziati per tutto il tempo trascorso insieme, poi ho preso il primo, di colore verde, e l’ho buttato nella spazzatura. Poi ho preso il secondo, di colore blu, e il terzo, di colore grigio, e ho pensato: aspetta un attimo, Joey, ma con questi puoi farci delle comode coperte per Gâteau! Esatto!, hanno detto i pullover. Poi tutti e tre abbiamo guardato quello verde, che ci guardava a sua volta dal cestino della spazzatura. Chissà poi se i pullover vanno insieme ai funghetti sott’olio. Fatto sta che ormai, gli ho detto, sei irrecuperabile amico mio. Puoi sempre lavarmi!, ha detto lui. Zitto!, ho detto io. Avresti dovuto riflettere di più, mi ha detto allora lui, sei il solito impulsivo, Joey. Stai zitto, imbecille, hanno detto gli altri due. Non sapevo ci fosse maretta tra i pullover. Be’, comunque oggi mi chiama l’idraulico e mi dice che domani viene e mi cambia la caldaia. Grazie, ho detto io. Così sono andato in cucina e ho fatto un discorso anche alla caldaia, ringraziandola per avermi scaldato in questi anni, e scusandomi per tutte le volte che invece l’ho maledetta per certi suoi difetti oggettivamente fastidiosi. Lei, per salutarmi, ha scaldato i termosifoni al massimo, anche se fuori c’erano 20 gradi, ma gliel’ho lasciato fare. Poi ho svitato una vite. La tieni come ricordo?, ha detto la caldaia. Eh?, ho detto io, no. Poi ho svitato tutte le altre, l'ho staccata dal muro e l’ho buttata nella spazzatura, non so se vada con i pullover e i funghetti, ma tutto sommato penso di sì.

5.4.22