La gioia dell'insuccesso (1066)

Il complicato problema scacchistico di ieri in realtà non era poi così complicato. Mi ha scritto Giuliana, nome di fantasia inventato casualmente, dunque potrebbe anche corrispondere al nome vero della lettrice, dicendomi «sono una principiante di scacchi e il problema di ieri non l'ho risolto, tu ci sei riuscito? E come?». Cara Giuliana, le ho detto, per un giocatore del mio livello e della mia bellezza il problema di ieri era una nocciolina americana, e una volta che si conoscono le regole del gioco è la pura logica a guidarci, nessun talento misterioso, che pure ho ma, voglio dire, non ho dovuto servirmene in questo caso. Ricorda, le ho detto, che negli scacchi, come nella vita, si parte sempre dal capire le intenzioni degli altri prima che le proprie, al fine di ostacolarle per godere dell'unica vera gioia che questo mondo ci può offrire, ovvero quella derivante dal loro insuccesso. Nel succitato problema, che riporto di nuovo per i lettori affetti da tendinite,
ci rendiamo conto prima di tutto di una cosa: la prossima mossa del bianco sarà darci scacco matto muovendo la donna in g7, dove, lo dico per i principianti come te, Giuliana, le ho detto, sarebbe difesa dal pedone in f6. Questo significa che la nostra mossa - e per fortuna tocca a noi! - dovrà impedire al bianco proprio la successiva donna in g7, che porrebbe fine alla partita, costringendoci ad affrontare la realtà e la domanda: che cosa facciamo della nostra vita? (In caso di vittoria si può tranquillamente rispondere: giochiamo ancora a scacchi!). A questo punto raccogliamo dunque le uniche mosse che impediscono al bianco di giocare donna in g7, e in verità non sono molte, bella mia, le ho detto, anzi sono di tre tipi: le mosse che difendono g7, così che se il bianco dovesse spostarci la donna, noi potremmo mangiarla; le mosse che eliminano uno dei due pezzi su cui si fonda la minaccia di scacco matto, ovvero la donna in h6 e il pedone in f6; gli scacchi, che costringono il bianco a difendersi. Tuttavia, cara Giuliana, trattandosi di un esercizio di tattica sappiamo già che probabilmente la soluzione è uno scacco, perché in effetti spesso è uno scacco o un sacrificio. La didascalia recitava: il nero muove e vince. Questo significa che difficilmente - ma non impossibilmente, certo -, la mossa del nero - che, ti ricordo, siamo noi - sarà una mossa difensiva, cioè del primo o secondo tipo. Per questa ragione ha senso partire analizzando quelle del terzo tipo, gli scacchi, e solo dopo, se nessuna di queste avrà successo, prenderemo in considerazione mosse difensive. Ora, gli scacchi che possiamo dare sono soltanto tre: torre in e1; donna in d1; donna in f2.
Torre in e1 non porta a molto. La torre viene mangiata dalla torre del bianco che si trova in c1, il che ci lascia un solo altro scacco, quello di donna che cattura la torre bianca in f2, ma a quel punto il bianco può ricatturare con il re, e noi possiamo ritirarci, scusandoci con il bianco per avergli fatto perdere del tempo. Effetti simili produce lo scacco di donna in d1: il bianco cattura la nostra donna sempre con la sua torre in c1, noi possiamo dare l'ultimo scacco con torre in e1, ma anche questa viene catturata dalla stessa torre del bianco (che penserà: deve essere il mio compleanno!), dopodiché non avremo molto altro da fare prima che la donna del bianco ci dia questo benedetto scacco in g7, o in h7 se siamo proprio senza dignità e invece di ritirarci vogliamo anche catturare il pedone in f6 con il cavallo. Quali scacchi ci restano? Donna in f2. Si tratta non solo di uno scacco, ma pure di un sacrificio, che, come dicevo, sono le mosse preferite negli esercizi di tattica e fanno dire agli amanti di questo gioco: wow! Ma solo se funzionano. Altrimenti è l'avversario a dire: wow!, e a mangiarti il pezzo e a prendersi la tua dignità. Perciò: la donna dà scacco catturando la torre in f2:
Il bianco ha solo due scelte: spostare il re in h1 e sottrarsi allo scacco, ma a quel punto gli daremo scacco matto con la donna in g2, sostenuta dalla torre in e2; oppure catturare la nostra donna con il cavallo. Con il re infatti non può, perché la donna è per l'appunto difesa dalla torre in e2 e se lo facesse il re verrebbe mangiato e poi sventolato sotto il naso del bianco. Dunque il bianco cattura la donna in f2 con il cavallo:
ma questa mossa apre la colonna E e ci permette di collegare le torri. Non solo: chiude ogni via di uscita al re bianco in caso di scacco. Così la nostra mossa successiva sarà proprio dare scacco con la torre in e1, il bianco catturerà la nostra torre con la sua in c1, come da copione, ma proprio quando questa starà per dire «deve essere il mio compl…» noi la cattureremo con la nostra seconda torre, dando scacco matto, risolvendo l'esercizio e, a questo punto, ottenendo il numero di telefono della bella e curiosa lettrice che ci ha scritto.

14.5.22