Un po' di rispetto (1106)

Oggi mi è venuta un'idea per un racconto: c'è un tizio che muore e allora la famiglia comincia a organizzare il funerale, chiamano le pompe funebri e insomma si mette in moto tutto il meccanismo. Solo che a un certo punto il morto apre gli occhi, si tira su dalla bara ancora aperta, durante la veglia, e dice: non sono mica morto. Ma i presenti gli abbassano la testa e gli dicono: sì che sei morto, stai buono. Lui allora resta un po' nella bara così, che ci sta anche comodo, e riflette, un po' dubbioso. Poi decide di uscire dalla bara. Basta, dice, sono vivo, esco. Sua moglie si indispettisce, sua madre piange, suo padre scuote la testa: sempre il solito. Sempre a piantar grane. Ma lui era così, dice il padre a uno zio, lui doveva sempre far diverso dagli altri. Il morto però gli va vicino e gli fa: sono vivo, ho detto, non parlare di me al passato. Per favore, gli dice suo padre, sto parlando con lo zio Giovanni. Facci il piacere, dice lo zio Giovanni, torna nella bara. Ma il morto non ci pensa proprio. Mamma, dice uno dei figli del morto, papà è vivo o morto? La figlia più piccola piange. Morto, dice la mamma al figlio. Guarda che così la spaventi, dice poi la donna al marito. Ma se sono vivo!, dice lui. Ssst, fa qualcuno, un po' di rispetto. Lui, il morto, si scusa. Gli si avvicina uno del servizio funebre: per favore, niente schiamazzi, gli fa. Siamo a una veglia. Il morto si scusa. Poi però lascia la stanza e va di sopra, in camera, e comincia a cambiarsi. Sua moglie lo segue e gli dice: ma che cosa fai? E lui: vado a giocare a tennis. Ma che tennis!, gli dice la moglie, torna giù nella bara, che figura mi fai fare? Ma se sono vivo!, protesta il morto. Allora la moglie apre un cassetto e prende dei fogli: guarda, certificato di morte firmato dal medico. Sei morto, gli dice. Il morto legge il certificato. Poi si tasta il polso. Senti, le fa, mi batte il cuore! Lei si lascia cadere sulla sedia e sbuffa. Non ce la faccio più, dice. A quel punto arriva il tipo delle pompe funebri. Qualche problema?, chiede. Sono vivo!, dice il morto. Non vuole andare nella bara, dice la moglie. Il tipo delle pompe funebri guarda il morto con un filo di disapprovazione, senza dire niente. Qualcuno nella bara dobbiamo pur metterlo, dice poi. Ah non io, dice il morto, sono vivo… Mettiamo uno zio?, chiede il tipo delle pompe funebri? E il morto: non si può lasciarla vuota e basta? Ma che vuota, dice la moglie. Metta lo zio Giovanni, per favore. Ma povero zio!, dice il morto. Eh no, adesso non rompere, non mi rovini il funerale, con quello che m'è costato, dice la moglie, che figura mi fai fare con gli invitati? Non sono invitati, dice il morto. Mettiamo lo zio, signora?, chiede l'impresario funebre. Sì sì, metta lui, dice la donna. Allora l'impresario scende e mentre sotto si sente un po' di trambusto, la moglie guarda il marito e gli fa: tanto la sua vita l'ha fatta. Ma sì, dice il morto. Avevo già disdetto le vacanze, gli dice lei. Non importa, dice il morto, l'importante è che sono vivo. La moglie scuote la testa e poi si mette un po' a ridere. Io torno giù, dice al morto. Ok, le dice il morto, mi cambio e arrivo.

14.7.22