Passa a trovarmi (1121)

Oggi sono passato da zia Mariuccia per vedere come stava. Zia Mariuccia come al solito non c'era. Ti dice sempre passa a trovarmi!, e poi non è mai in casa. Ieri l'avevo incontrata per caso dal panettiere. Joey! Passa a trovarmi!, mi ha detto. Non si può dire a zia Mariuccia eh zia ma non sei mai in casa. Si offende. Così le avevo detto va bene, però senza nessuna intenzione di andare. Ma poi oggi mi sono detto e che diamine, andiamo a trovarla 'sta vecchietta (non si può dire a zia Mariuccia che è vecchia). Per sicurezza, prima, le ho scritto un messaggio. Zia, sei a casa?, le ho scritto. Sì!, mi ha risposto. Allora sono passato a trovarla. E non c'era. Le ho scritto: zia dove sei? Sono qui a casa tua. Mi ha scritto: sono dal parrucchiere. Porca troia, ho pensato, ma come dal parrucchiere. Va be' passo un'altra volta, le ho scritto. No!, ha scritto lei, tra dieci minuti sono lì. Non avevo voglia di mettermi a cavillare, ma il primo parrucchiere a piedi (zia Mariuccia non guida e non prende i mezzi perché dice che la gente le fa schifo) dalla casa di Zia Mariuccia è a venti minuti, con il passo di zia Mariuccia, quindi anche se fosse stata diciamo alla cassa, non ce l'avrebbe fatta. Entra!, mi ha scritto, la chiave è sotto lo zerbino (chiaramente non è sotto lo zerbino, non posso dire dove tiene la chiave). Ti ho fatto il frullato alla banana, il tuo preferito, mi ha scritto, bevilo! Sono entrato, sono andato in cucina e ho visto il bicchiere con il frullato alla banana sul tavolo. Poteva essere lì da dieci ore, per quanto ne sapevo. La zia ci aveva messo sopra un tovagliolo. Come se un tovagliolo potesse impedire al frullato di diventare veleno. L'ho preso e l'ho versato nel cesso, ho tirato l'acqua e poi sono tornato di là, ho scelto un libro dalla libreria e mi sono messo in poltrona a leggere. Hai bevuto il frullato?!, ha chiesto la zia via messaggio, sto arrivando. Ero lì già da mezz'ora. Sì, buono!, le ho scritto. Non si può non bere il frullato della zia, ci resta male. E non si può dire che è meno che buono. Dopo un po' finalmente è arrivata. Ti ho preso la pizza!, mi ha detto. Sa che mi piace la pizza di Brad Pizz, la pizzeria al trancio in centro a San Paco. Però dal parrucchiere a lì è una deviazione di quindici minuti. Ma non ho detto niente. Hai bevuto il frullato?, mi ha chiesto ispezionando il bicchiere nel lavandino. Certo, le ho detto mangiando un po' di pizza. Faccio la pipì e arrivo, ha detto lei. Sto poco, zia!, le ho detto mentre andava, perché era capace di restarci un'ora. Intanto ho finito la pizza. Non puoi non finire tutta la pizza che ti prende zia Mariuccia, si sa. Cinque minuti dopo zia Mariuccia è riemersa dal bagno. Cos'è questo?, mi ha detto mostrandomi un dito. Non un dito staccato dalla mano, un dito della sua mano. Sul dito c'era qualcosa. Non so, cos'è?, le ho chiesto. Lei si è avvicinata. Ho notato che la cosa sul dito era una poltiglia beige. La zia l'ha annusata, poi all'improvviso ha avvicinato il dito al mio naso. Mi sono ritratto. Annusa, ha detto lei. Ma cos'è?, le ho chiesto. Annusa, mi ha detto lei, seria. Così ho capito. Non avevo bisogno di annusare, sapevo cos'era. Ok, le ho detto, alzandomi. Hai buttato il mio frullato nel water?, mi ha chiesto. No, no, ho detto andando via, sei pazza? Perché c'è della banana nel water, allora?, mi ha chiesto lei. Senti, le ho detto, non lo so, magari ce l'avevi nei capelli, grazie per la pizza, ma devo andare. E per il frullato!, ha detto lei. Cosa?, le ho detto. E grazie per il frullato!, ha detto lei. E per il frullato, certo!, le ho detto. Non ti dimenticare che lo hai bevuto e che ti è piaciuto!, ha detto zia Mariuccia. Vero!, le ho detto uscendo. Mentre camminavo nel vialetto mi sono voltato e ho visto zia Mariuccia osservarmi da una finestra, seria. L'ho salutata con la mano. Non mi ha risposto.

1.8.22