In quel momento decisi che più tardi, a letto, avrei continuato i miei esperimenti; da anni nutrivo la convinzione che con il giusto allenamento si potessero dirigere i pensieri, e agire sui gangli nervosi come un atleta fa con i muscoli o un pianista con le dita. Soffrendo d'insonnia, avevo potuto sperimentare la mia teoria. Riuscivo ad addormentarmi senza l'aiuto di sonniferi, da quando avevo trovato il punto preciso del meccanismo dell'immaginazione - là dietro, da qualche parte verso la ghiandola pituitaria - a partire dal quale tutto il cervello poteva venire anestetizzato e distolto dalla realtà, e tutte le sue funzioni messe in stallo.
Viaggio intorno al mio cranio, F. Karinthy