Il sistema meritocratico spartano (1202)

Leggo sul Corriere la lettera di un neodiplomato del liceo contro "la tirannia del merito" scolastico. La lettera mi ha lasciato perplesso. Il ragazzo parla di "sistema scolastico dilaniato dalla retorica del merito". Dilaniato. Deve essere cambiato molto il liceo, da quando ci sono andato io. La lettera mi ha sorpreso in più punti, che passo a vedere nel dettaglio.
Il ragazzo, dopo la maturità, dice di sentirsi vuoto, e il motivo sarebbe che la scuola non si è occupata di formarlo come persona. Dice:

"Ci siamo trovati nei bagni a piangere, a vomitare per l’ansia, a mordere un pezzo di stoffa per non fare rumore mentre avevamo gli attacchi di panico".

Gesù, ho pensato, sicuro che fosse un liceo e non un carcere boliviano? E poi era solo il liceo, neanche l'università! Cosa faranno questi ragazzi, mi sono chiesto, quando dovranno studiare Metodi matematici per la fisica? e sostenerlo davanti a un professore che li tratterà come se fossero degli sconosciuti? (Al liceo i professori sono più come degli zii).

"Ci siamo trovati alle tre di notte ad assumere bevande energetiche per non addormentarci, per continuare a studiare, a fare di meglio, a essere migliori degli altri".

Assumere bevande energetiche fa un po' ridere. Ieri sono andato in pizzeria e ho assunto una Coca Cola. Arriva il cameriere e fa: buonasera, signori, che cosa assumete? Io una pizza margherita a una Coca, grazie. E alla fine: volete assumere il dolce? No, grazie, siamo a posto. Va be'. Non ho mai studiato di notte, ma se l'avessi fatto avrei assunto del caffè, credo. Poi: "a essere migliori degli altri". A parte che di per sé non è per forza una cosa negativa, ma comunque nessuno ti obbliga a "essere migliore degli altri", quella se mai è una scelta (cercare di esserlo, intendo). Non è che a fine anno il primo passa e gli altri vengono fucilati. Non ai miei tempi, almeno.

"Ci siamo trovati la mattina a rubare i calmanti dei nostri genitori per trovare il coraggio di andarci… a scuola".

Questo mi ha stupito. Nessuno dei nostri genitori prendeva pastiglie, per sedare l'ansia avevano le bestemmie e i ceffoni, e io al massimo avrei potuto rubare a mia madre quelle per la stitichezza.

"Ci siamo trovati in lacrime, davanti allo specchio, provando a far finta di sorridere e dire che andasse tutto bene".

Non so. Tra l'altro sconsiglio di prendere pillole prescritte ad altri (se non c'è una scuola che ti insegna cosa fanno le varie molecole, poi, non sai cosa stai prendendo) e di assumerle con bevande energetiche. Poi non ti stupire se piangi e ridi davanti allo specchio mordendo pezzi di stoffa. Le medicine sono una cosa seria e vanno assunte dietro prescrizione e sotto controllo medico, questo il mio consiglio.

"La scuola, un posto dove vengono considerati solo aspetti come la media scolastica, i voti, i risultati che hai ottenuto o le tue certificazioni; non la persona che si è".

Ma la media scolastica, i voti e i risultati (scolastici) dove andrebbero considerati se non a scuola? È come se uno lavora come chef in un ristorante e poi si lamenta dicendo: il ristorante, un posto dove vengono considerati solo aspetti come il sapore del cibo, la qualità degli ingredienti, la cantina, il servizio e i prezzi, non la persona che si è. Ma poi, perché un insegnante dovrebbe considerare la persona che uno è, se i voti non sono buoni? Carlo, non hai azzeccato una risposta nel test di matematica, hai fatto zero su centotrentanove quesiti, però sei una persona così buona, sensibile ed energetica, che ti do nove. Ah no, scusa, non ti piacciono i voti. Tieni questi biscotti, allora, li ho fatti ieri sera e ci ho sbriciolato dentro della Tachipirina. Ma non contarli, eh, altrimenti potresti pensare che vi sia una relazione tra la quantità di biscotti e il risultato del test, cosa che assolutamente non è.

"E così una generazione intera è stata piegata al nome del risultato, del numero, della prestazione".

Un'intera generazione… Tutte le generazioni! È la scuola! E non hai idea di quanto fosse dura a Sparta, dove i bambini venivano strappati alle madri a soli sette anni e il sistema educativo era indicato con il termine agoghé, solitamente usato per l'allevamento del bestiame (l'ho imparato al liceo).

"Ora, sia chiaro, io non accuso nessuno in particolare, non i corpi docenti delle scuole, né i presidi che si occupano della loro organizzazione, tantomeno l’attuale governo: io accuso un sistema in toto, quello della scuola italiana, che, a dispetto della formazione che mi possa dare o meno, non sta insegnando la cosa più importante che vada insegnata, e cioè che fallire è normale, che sbagliare è normale e che dedicare tempo a se stessi, costruendo la persona che si vuole essere, dovrebbe essere la priorità, non «il resto che viene dopo»".

Non ho capito cosa c'entra l'attuale governo con il fatto che a scuola si diano i voti. Pensa che quando mio padre era bambino, a scuola ti davano non solo i voti, ma anche le bacchettate sulle mani e i calci nel sedere, e mio padre è venuto su un fiore. Comunque secondo me la scuola non dovrebbe insegnare che "fallire è normale", quello al massimo può essere compito dei genitori. La scuola dovrebbe formare invece prima di tutto persone competenti. Alla facoltà di medicina si chiedono bravi medici, perché poi quei medici andranno a tagliuzzare le persone. Se vado da un medico e quello sbaglia la diagnosi e dopo un po' torno e mi dice "guardi, pensavo fosse congiuntivite e invece è un tumore al cervello, però, lo sa, fallire è normale, il mio professore di Chirurgia lo diceva sempre, ora mi scusi ma devo dedicare del tempo a me stesso, mi sono appena iscritto a un corso di uncinetto online", difficilmente penserò: ha proprio ragione! Insomma, mi spiace per questo ragazzo, ovviamente, il consiglio che posso dare è, invece di mordere pezzi di stoffa e rubare farmaci, di parlarne con qualcuno (ah, dimenticavo, ne ha parlato a tutta Italia) e valutare se sia il caso di andare da uno psicologo formato da una scuola che segue il sistema meritocratico e farsi aiutare ad affrontare quel senso di vuoto che sta provando. Io per lui non posso fare molto, fortunatamente le scuole le ho finite da un pezzo e, al massimo, posso andarmi a prendere un gelato (anche lui può).

18.8.23