Rovazzi non è un genio degli scacchi (1204)

Oggi invece mi ha scritto un altro lettore, Alberto, chiedendomi di commentare la scacchiera di una pubblicità con Rovazzi, che è questa:


Il titolo della pubblicità è "Rovazzi genio degli scacchi? No, ha solo dormito meglio grazie a Zzzquil Natura!". In realtà, come vedremo in seguito all'analisi, il titolo andrebbe corretto in "Rovazzi genio degli scacchi? No". Dunque, vediamo il contesto: Rovazzi, insieme ad altri spettatori, sta seguendo una partita di scacchi tra due tizi di una certa età. Già qui potrei fare un commento dicendo che in realtà gli scacchisti professionisti sono tutti piuttosto giovani, quindi sarebbe stato più realistico mettere due ventenni, ma forse si voleva dare l'idea di persone sagge, che è come, suppongo, chi non conosce gli scacchi vede gli scacchisti. In realtà sono più che altro dei nerd. Comunque questi due signori stanno giocando in una sala con tanto di pubblico ben vestito, perciò sembra essere una partita importante, forse la finale di un torneo. Il nero muove e il bianco sembra in grave difficoltà. A questo punto Rovazzi si alza, si avvicina alla scacchiera e gioca lui la mossa del bianco, dicendo poi: «Scacco matto». Il giocatore che aveva il bianco esulta, il giocatore che aveva il nero si dispera, il pubblico applaude. Bene. Cioè, no. Vediamo la posizione sulla scacchiera all'inizio della pubblicità, prima che il nero faccia la propria mossa:
Come vedete, anche qui c'è lo stesso errore che avevamo trovato sulla scacchiera di Denzel: due alfieri che muovono sullo stesso colore. Alberto ha osservato che, forse, una situazione del genere sarebbe possibile se il nero avesse promosso un pedone in alfiere. Tuttavia potremmo obiettare che, visto il numero di pezzi sulla scacchiera, non aver preso una regina sarebbe stato assurdo. Certo, considerando quello che sta per succedere, non possiamo escluderlo, e sarebbe il meno. Ma veniamo alle mosse. Il nero muove l'alfiere dalla casella b6 alla casella a5, dando scacco al re bianco.
Qui è dove il giocatore che ha il bianco, il signore coi baffi, comincia ad arrovellarsi su come uscire da questa complicata situazione. Il giocatore con il nero sembra sorridere soddisfatto, pensando di aver vinto la partita. A quel punto però arriva Rovazzi, prende la donna del bianco e la usa per catturare il re del nero dicendo «scacco matto». Ci sono così tanti errori che non so neanche da dove cominciare. A parte che se uno spettatore intervenisse facendo una mossa, verrebbe malmenato. Ma facciamo finta di niente (non potevano mettere Rovazzi alla scacchiera?). Per prima cosa, se anche tutto fosse giusto, e non lo è, non è una mossa geniale, è una mossa elementare che probabilmente viene mostrata ai bambini quando gli si vuole spiegare cos'è uno scacco. Inoltre Rovazzi dice «Scacco matto», ma non lo è, ha solo catturato il re avversario: certo, la partita è comunque vinta, ma lo scacco matto è quando il re non può sfuggire alla cattura, e in questo caso il re può sfuggire eccome, gli basterebbe fare un passettino di lato (il bianco avrebbe comunque un vantaggio incolmabile), ma il signore che ha il nero è rimbambito, non si accorge di essere sotto scacco e si lascia catturare il re invece di metterlo in salvo. Da notare che negli scacchi professionistici non si può catturare il re, questo succede solo in contesti informali, per esempio al bar. Non possiamo escludere, specie considerato il livello di gioco e le competenze, che questi signori siano al bar o, più probabilmente, due ospiti al bar di una casa protetta, e che Rovazzi sia un altro ospite o nella migliore delle ipotesi un assistente sociale. Comunque. Anche il giocatore con il bianco è rimbambito, infatti nemmeno lui si accorge che può catturare il re nero. Perciò Rovazzi, più che un genio, al massimo è un non-rimbambito. In realtà purtroppo lo è anche lui, perché nessuno dei tre si accorge (nessuno dei presenti, potremmo dire) che, ancora prima che Rovazzi faccia la sua mossa, quella fatta dal nero era illegale proprio perché il re del nero era già tenuto sotto scacco dalla regina del bianco:
La regola vuole che, quando si è sotto scacco, si è costretti a mettere in salvo il re, non si possono fare altre mosse ignorando la cosa, come invece fa il giocatore che ha il nero. Ci fosse stato un arbitro, o un infermiere, probabilmente sarebbe intervenuto e avrebbe dato partita persa al nero. Invece tutti tranquilli (troppe tisane?), ignari, compreso Rovazzi. Gli va dato atto, però, che fa cadere il re avversario con un certo stile.

21.8.23