Clic (1209)
Oggi stavo facendo la spesa - ieri ho fatto bungee jumping, l'altrieri ho catturato una tigre - e quando ho preso un vasetto di funghetti sottolio ho sentito che il tappo di sicurezza faceva clic. Sono andato come al solito a cercare un commesso e mostrando dalla distanza il vasetto guasto ho segnalato la cosa con orgoglio. «Scusi, le segnalo che questo vasetto è aperto. Mi sono accorto per caso, prendendolo in mano, che il tappo di sicurezza fa clic». In realtà non è stato per caso. Ormai quando prendo un vasetto in mano controllo con il dito se il tappo di sicurezza fa clic senza neanche accorgermene. Mi accorgo però se fa clic. Il commesso, impegnato in cose meno urgenti, mi ha guardato e con un mezzo sorriso imposto probabilmente dal regolamento internazionale dei commessi ha mormorato un: grazie. Quindi ha appoggiato il vasetto sullo scaffale dei cerotti ed è andato avanti a fare quello che stava facendo. Dopo pochi secondi un cliente - sempre io - è arrivato sempre mostrando un vasetto di funghetti e ha detto al commesso: «Scusi, le segnalo che questo vasetto era tra i cerotti. Le segnalo inoltre che il tappo fa clic, il che comporta un rischio microbiologico per gli altri clienti, magari quelli che mangiano le cose senza controllare se il tappo di sicurezza fa clic. Tecnicamente ho salvato loro la vita. Forse di un'intera famiglia. Forse la sua». Il commesso ha detto: «Sì, l'ho messo io lì, quando ho finito lo porto via». Sono rimasto ancora un attimo in attesa. «Grazie» ha aggiunto il commesso un po' di malavoglia. Ma io sono rimasto lì. «Qualcosa non va?» mi ha chiesto il commesso. «Neanche una piccola ricompensa?» ho detto io. Il commesso mi ha guardato come se non conoscesse il significato della parola. E forse era davvero così. «Neanche un piccolo funghetto sottolio di ricompensa per aver salvato così tante vite?» ho detto. «Le ho detto grazie» ha detto il commesso. «Sì, va bene,» ho detto io «ma pensavo a qualcosa di più, per un atto eroico di tal portata». Il commesso ci ha pensato su. «Ha ragione» ha detto. «Venga con me» ha detto, e si è incamminato verso una cassa, e io dietro. Arrivati lì, il commesso ha preso il microfono e ha detto all'altoparlante: «Signore e signori, attenzione, prego: la persona che vedete qui accanto a me ha appena individuato un vasetto di funghetti sottolio con il tappo che faceva clic. Questo ha permesso non solo di salvare delle vite umane, ma anche di rendere questo esercizio più sicuro. Per premiarlo, gli verrà offerto un articolo di sua scelta del valore massimo di 7 euro. Un applauso, per favore». La gente ha applaudito, io ho ringraziato umilmente con un inchino. «Venga» ha detto il commesso. «È per la consegna del premio?» ho chiesto io. «Sì» ha detto il commesso. «Se non le spiace vorrei che me lo consegnasse qualcuno di più importante, per esempio il direttore» ho detto. «Ma certo,» ha detto il commesso «vado a chiamarlo». Dopo qualche minuto è tornato con il direttore, che mi ha stretto la mano. «Ho saputo del suo eroismo, grazie a nome di tutto il supermercato». «Si figuri,» ho detto io «ho fatto solo il mio dovere di cliente patofobico perdigiorno». «Lei non solo è un eroe, ma è anche molto umile, siamo onorati di poterla annoverare nella nostra clientela» ha detto il direttore. «Venga, andiamo a scegliere il suo articolo premio. Che cosa vorrebbe?» mi ha chiesto mentre camminavamo tra gli scaffali. «Mm, quanto tempo ho per pensarci?» ho detto io. «Tutto il tempo che vuole, io starò qui con lei, posso prendere una settimana di ferie, se lo desidera» ha detto il direttore. «Bene» ho detto io. Alla fine, un paio d'ore dopo, ho scelto del salmone in scatola e, siccome avanzavano ancora degli spiccioli, un rotolo di sacchetti profumati per l'immondizia. «Ottima scelta» ha detto il direttore, glieli imbusto. «Grazie» ho detto io. Quindi ci siamo accomiatati, e ho lasciato il supermercato tra gli applausi di tutti i presenti.