Bon ton (1301)
L'altra sera ci siamo trovati a vedere l'Italia a casa del mio amico Giorgio, eravamo in sette adulti e una cinquantina di bambini (i miei amici, come quasi tutti, si riproducono molto in fretta e credo che i bambini abbiano già cominciato a riprodursi tra loro). Mi hanno chiesto di fermarmi in pizzeria a prendere le pizze. Ma certo!, ho detto io fingendo che mi facesse piacere. Così vado a prendere le pizze, più insalate di mare, fritti, polpette, primi, dolci, lattine di Coca, insomma un totale di centotrentanove euro, che anticipo. Lo faccio come se non fossi minimamente turbato dalla cosa. Poi i miei amici mi ridanno i soldi, dico alla donna in cassa. Lei mi fa un sorriso di una che ha affettato troppo speck nella sua vita. Li sto anticipando solo temporaneamente, dico. Una volta a casa di Giorgio, scendo dalla macchina con tutti i cartoni e le vaschette. Abigaille, la moglie di Giorgio, mi corre incontro dicendo - ti do i soldi delle pizze? - ti aiuto a portarli dentro. Una volta dentro, nessuno mi chiede quanto ho speso. Ci sediamo, mangiamo. Comincia la partita, niente. Gol dell'Albania, niente. Gol dell'Italia, due volte, niente. Fine primo tempo, niente. Comincio a chiedermi: faccio il morto di fame e ricordo a tutti i presenti bambini compresi che ho preso una marinara da 5 euro e quindi mi vengono 134 euro, o faccio il morto di fame brillante che non dice una parola e se ne va più povero di com'era arrivato? Un secondo dopo metto lo scontrino sul tavolo e dico: è ora di ridare i soldi a Joey, ragazzi. Ma io ho portato la torta, mi dice la moglie di Roberto. Non ti ho detto io di farlo, le dico. Ma l'hai mangiata, però!, dice lei. Ma cosa c'entra la torta?, penso. E se portavo una bottiglia di Chateau Margaux del '78? Io ho portato una Bugatti. Alla fine tutti mi danno la loro parte e riesco a recuperare i soldi. Persino alcuni dei bambini mi danno qualcosa: caramelle, una macchinina, una molletta per capelli. Ciao!, dico mentre me ne vado. Carla esce con me. Ci fermiamo a fumare una sigaretta. Cioè, lei fuma una sigaretta, io conto i soldi. Un po' patetico, no?, mi dice. Mm?, dico io, già. Neanche mi piaceva quella torta. No, dice Carla, patetico tu, che chiedi i soldi delle pizze. I soldi non crescono sugli alberi, cara mia, le dico, e naturalmente neanche le pizze. Poi me ne vado. Passano cinque giorni. Questa sera c'è ancora l'Italia. Stranamente nessuno ha organizzato nulla. Cioè, non che io sappia.