Per i bambini (1341)

Domenica sono passato a casa dei miei anziani genitori per vedere se mia madre sa ancora fare il risotto. Di solito entro in casa loro e lo scenario è questo: mio padre che legge sul divano con la tv accesa; mia madre al piano di sotto che cucina con la tv accesa; la tv accesa nella stanza della tv accesa che trasmette programmi con la tv accesa. C'è una cucina anche al piano di sopra, nuova, mio padre l'ha voluta perché, cito, «non ha senso che tua madre cucini al piano di sotto, visto che mangiamo al piano di sopra, e poi così le polpette mi arrivano tiepide e poi è tanti anni che è con me, ormai è una di famiglia», e mia madre appoggiava il progetto, «sì,» diceva «così non devo più fare cinquanta volte le scale e poi mi avvicinerei al mio progetto di avere una casa con solo cucine». Anche quello che vende le cucine appoggiava il progetto, «sì,» diceva «e ne metterei anche una sul terrazzo», e lì apriti cielo, è un vecchissimo progetto di mio padre quello di mettere una cucina sul terrazzo, progetto legato al progetto di chiudere il terrazzo, progetto legato al progetto di costruire poi un nuovo terrazzo, perché, sto sempre citando, «un terrazzo ci vuole». A un certo punto la cucina nuova è stata fatta, mia madre non l'ha mai usata. Commento di mio padre: «Se ne avesse una sul terrazzo la userebbe». Così, dicevo, entro e trovo mio padre come al solito sul divano. Sembra di buon umore. Troppo. Il buon umore è una bella cosa, lo sappiamo, ma esistono due tipi di buon umore, e lui in questo caso sembra di quel buon umore un po' sopra le righe che ti fa pensare: forse le quattordici pastiglie che prende per cuore, pressione, vescica, reni e ginocchia stanno cominciando a interagire in modo erroneo. Il risultato è che non riesco a fare un discorso senza che lui faccia una battuta o un commento molesto. Il bello è che di solito sono io a fare battute e commenti molesti, mentre lui è quello serio. Che cosa sta cercando di fare, penso? Di sostituirsi a me? Questa inversione dei ruoli non mi piace, dunque decido di raggelarlo con una stoccatina. Le stoccatine fanno sempre bene, dovremmo subirne almeno due o tre al giorno, per le buone maniere. In questo caso succede quando cerco di parlare della base segreta più segreta del mondo e lui dice: se è così segreta perché si sa che esiste? Che a rigor di logica è un'osservazione ineccepibile e pure divertente, ma non l'ho fatta io, quindi invece di ridere gli dico: riusciamo a fare un discorso serio? Mio padre si rabbuia. Mia madre intanto dice: «Interessante. Sai che ho visto un filmato di un laboratorio segreto dove tengono tutti i virus? E a proposito: Giovanna ha il raffreddore, l'ho vista stamattina dalla parrucchiera, parrucchiera che, mi ha detto, ha comprato un tosaerba, non lei, suo marito, che si chiama Alberto, come tuo cugino, ricordi quando giocavate a ping-pong? Vuoi altro risotto?». Mia madre, se le lasci dieci secondi, parte dal discorso della base militare segreta e arriva a come cucina le scaloppine la sua amica Maria, e se tu allora dici va bene, parliamo di scaloppine, dopo altri dieci secondi sta parlando di pulizia dei tombini. Così, stoccatina anche per lei: «Stiamo già parlando d'altro?» le dico con tono di rimprovero. Lei si mortifica, io non mi sento in colpa perché come rimproveri è ancora in largo vantaggio, mentre siamo quasi pari con gli scappellotti. Che poi non avevo altro da dire, sulla base segreta, essendo segreta. Invece, visto che domenica prossima sono lì da loro con i miei amici - sei adulti e trentanove bambini -, mi metto a parlare di quello e le chiedo cosa pensa di fare. «Faccio la polenta con i funghi» dice lei. «Non mi piacciono i funghi,» dico «ma ok, agli altri piacciono. Potresti fare anche la verza come la fai di solito a me,» suggerisco «è buonissima». «No,» dice lei scuotendo la testa «la verza non si fa agli ospiti». Mio padre mi guarda e sorride come a dire: ora chi è lo scemo? «Perché?,» le chiedo. Mia madre scuote di nuovo la testa come a dire eppure sembrava intelligente. «Piace a te,» mi fa, «ma non è adatta a un pranzo con ospiti, è un mangiare povero». Resisto alla tentazione di dire che polenta e funghi, invece… «Va be',» taglio corto «fa' quello che vuoi». Lei si rasserena, quindi va di sotto e poi torna su con una padella, io mi metto a leggere delle cose sul cellulare. Normale che loro abbiano nove portate, mentre io una. Alla fine, di solito, mia madre comincia a dire: «Non so perché non dimagrisco». Affermazione provocatoria alla quale solo un novellino penserebbe di controbattere. Quando alzo gli occhi dal cellulare, vedo che stanno mangiando della verza. Mio padre dice a mia madre: «Buonissima». Mia madre continua a mangiare senza commentare. «Scusa un po'» le dico. Lei mi guarda. «Non capisco, è una gag? Mi hai appena detto che la verza non va bene, e ora ve la state mangiando?». Lei scuote la testa. Anche mio padre scuote la testa. «Domenica faccio le patatine fritte» dice lei. «Cosa c'entra?» chiedo. E lei: «Per i bambini».

8.10.24