Ieri ho pranzato al Gou Sheng, mio ristorante cinese preferito. Il proprietario e sua moglie hanno appena avuto un figlio. «Come si chiama?» gli ho chiesto. Così mi ha detto il nome cinese, io ho provato a ripeterlo e lui ridendo ha detto: «Sì, più o meno…». Gli ho chiesto allora cosa volesse dire, lui mi ha detto: «È una sorta di formula di buon auspicio che richiama concetti come luminosità e forza, ed è inoltre il nome di un antico palazzo imperiale». «Ah, ma che bello!» ho detto io. E lui: «Sì». Quindi, silenzio. Io: «Che c’è?». E lui: «Ho poi scoperto che vuole anche dire "pergolato"». Mi ha fatto ridere.