Italiani (1406)
Ho sentito l'intervista a una soldata americana. Ha detto che i soldati italiani, appena arrivati in Afghanistan, come prima cosa hanno costruito un forno a legna in mattoni dove ogni settimana facevano la pizza. «Ero l'unica non-italiana invitata a questi eventi, l'unica americana» ha detto, «e, sai, mi ha aiutato... mi ha davvero aiutato ad affrontare il mio anno là, non è stato un anno facile e loro mi hanno aiutato a rendere il tempo più sopportabile, con queste incredibili pizze cotte nel loro forno a legna». Mi ha fatto ridere.
27.3.25
A 'sto giro (1405)
Vivendo con la mia gatta ho capito di essere un gatto. Solo che a ‘sto giro non sono un gatto, sono un umano, e devo occuparmi di una gatta, che è comunque bello. Spero che, nella prossima vita, sia lei a occuparsi di me.
26.3.25
1404.
«La mia vita è "o… o…". O mastico gomma normale o gomma senza zucchero. O mastico gomma o fumo. O fumo o ingrasso. O ingrasso o… o corro sui gradini dello stadio».
«Sembra una vita molto noiosa».
«Spero che duri per sempre».
Rumore bianco, N. Baumbach (da DeLillo).
«Sembra una vita molto noiosa».
«Spero che duri per sempre».
Rumore bianco, N. Baumbach (da DeLillo).
25.3.25
Quello che conta (1403)
Sono su una spiaggia, ho nove anni, ho rotto i coglioni tre ore a mia nonna, quando eravamo in albergo, per farmi portare in spiaggia, adesso che sono in spiaggia le sto rompendo i coglioni da un'ora per farmi portare in albergo. Non sei mai contento, mi dice lei. Quello che conta è il viaggio, le rispondo io.
22.3.25
Accendigas (1402)
Ieri, per delle circostanze del destino, ero in chiesa. Mentre ero in chiesa ho visto che su una colonna c'era una gigantografia di Gesù e sotto Gesù la scritta Ciò che è mio è tuo, che è un bel pensiero, mi sono detto, e poi mi è caduto l'occhio sul trespolo delle candele votive, che c'erano le candele, c'era la fessura per le monetine, c'era la scritta Offerta e c'era un accendigas, che però era assicurato al trespolo con una catenella, allora ho guardato ancora la gigantografia di Gesù e ho pensato: Ciò che è mio è tuo, tranne l'accendigas, che è di mia zia.
21.3.25
1401.
La prigione è fuori, e la libertà è l'ufficio in cui mi chiudo. È lì che esisto veramente. Non: che mi sento scrittrice. Non mi penso mai come scrittrice, soltanto come qualcuno che scrive, che deve scrivere. Tutto qui.
La scrittura come un coltello, A. Ernaux
La scrittura come un coltello, A. Ernaux
19.3.25
Ciò sonno (1400)
Piccola nota grammaticale. Nell'ultimo appunto ho scritto "c'ha la luna storta" ma sono sempre stato contrario a questa soluzione perché, mi dicevo e mi dico tuttora, si legge "ca" e non, come si vorrebbe, "cià". Ho voluto provare, ma resto poco convinto. Poi, va bene, il lettore capisce cosa si vuole dire ed è così gentile da fare per conto proprio la trasformazione, però, tecnicamente, quello lì è un "ca", non un "cià". Le altre soluzioni? Ho visto anche scritto (e pubblicato) un "cià" (tipo "cià fame"), ma penso sia troppo in là, e poi rende il testo infantile. "Ci ha" forse andrebbe meglio, ma ha una sfumatura leggermente diversa. Ho scoperto oggi che esistono anche le soluzioni "c(i) ha" e "cj ha", usate dai linguisti e considerate dunque "d'ambito elevato". Infine, scrivere "ha la luna storta" è, semplicemente, rinunciare. Qui, un’osservazione della Crusca sullo stesso argomento.
9.3.25
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