Ho acceso la tv, c'era un geologo, avrà avuto settant'anni, e ha detto che i ghiacciai dell'Islanda si stanno ritirando, vedete il ghiacciaio alle mie spalle?, ha detto, si sta ritirando al ritmo di sessanta metri l'anno e se non facciamo qualcosa tra due secoli non ci sarà più. Mi ha fatto ridere. Poi ho pensato che magari in quel preciso momento dal lato opposto del ghiacciaio c'era un ghiacciaio che intervistava il ghiacciaio per la tv dei ghiacciai e il ghiacciaio diceva: vedete il vecchietto alle mie spalle? Si sta ritirando di sessanta millimetri al giorno e se non facciamo qualcosa tra due anni non ci sarà più.
18.12.17
181.
Ormai vedo solo gente tatuata, in giro. Non che vada in giro. Al supermercato ieri ho visto una vecchietta, tatuata anche lei. Ancora un pochino, ho pensato, e poi i veri duri saremo noi che di tatuaggi non neabbiamo neanche uno.
16.12.17
177.
Stanotte ho sognato che aggiustavo il termosifone, ero felicissimo. Poi mi sono svegliato e ho capito che era stato un sogno, ero tristissimo. Stamattina quando mi sono alzato ho preso una pinza e sono intervenuto sulla valvola del termosifone come avevo fatto nel sogno, ero sicuro al cento per cento che sarebbe ripartito, ho avuto anche alcune allucinazioni uditive dell’acqua che ricominciava a fluire, ma non è ripartito. Allora mi sono detto: i sogni son desideri (cit.). E anche: un desiderio non è un fatto (cit.). Anche se secondo me lo è, un fatto. Ma stavo per chiamare l’idraulico. Ma poi ho detto: è impossibile che non funzioni, che abbia sognato un sogno così preciso, con il metodo preciso per aggiustarlo, e che non si aggiusti. Ho ripreso la pinza e sono tornato in bagno, con Gâteau seduta sul water che mi dava indicazioni, mi sembra che mi abbia anche detto «ce la puoi fare, niente è impossibile, impossibile è niente, fallo e basta, just do it (cit.)». E l’ho fatto. E ora il termosifone funziona. Ho risparmiato trentatré euro e novanta di chiamata dell’idraulico, ho pensato, ho dei pensieri molto precisi, trentatré euro e novanta risparmiati grazie a questo mirabile intervento autonomo, stavo pensando proprio quando mi ha telefonato il mio amico Giorgio che mi fa: «Senti, per caso ti interessa una bottiglia di Philipponnat a trentatré euro e novanta?». Guarda tu, alle volte, le cose.
11.12.17
174.
10.12.17
173.
Stamattina mi sono svegliato e ho detto: voterò per il partito animalista. Gâteau era d’accordo. Così ho cercato in rete se c’era un partito animalista, e c’è, e se aveva un programma, e ce l’ha, però dice delle cose strane, per esempio che si impegneranno per proteggere gli animali nel percorso verso il macello e per garantire le migliori condizioni di vita dell’animale prima della macellazione. Ma questo qui non è un partito animalista, ho pensato, questo qui è uno scherzo. Allora mi sa proprio che devo fondarlo io un vero partito animalista, se poi voglio votarlo.
9.12.17
171.
Tra l’altro fa impressione pensare che oltre a questo taccuino di spazzatura ce n’è uno di spazzatura ancora più spazzaturesca.
6.12.17
170.
167.
Nadja, A. Breton
1.12.17
156.
Una volta, era una domenica mattina di qualche anno fa, stavo leggendo un libro di Thomas Bernhard e a un certo punto era così un piacere leggere un libro di Thomas Bernhard che mi sono detto: be’, qualunque cosa accada, avrò sempre Thomas Bernhard. Adesso mi sembra impossibile aver pensato una cosa così. Non per Thomas Bernhard, ma che leggere un libro possa dare una sensazione così. E mi viene in mente che quando avevo diciassette o diciotto anni, mentre i miei amici uscivano, io il sabato sera stavo in casa e leggevo, e anche lì c’è stato un momento che ricordo bene in cui stavo leggendo una raccolta di novelle di Herman Hesse e ho pensato: mamma mia che felicità essere qui a leggere le novelle di Herman Hesse. Provavo proprio pena per i miei amici, che erano fuori a divertirsi.
17.11.17
13.11.17
146.
«Henry Molise. Tuo cognato».
«Be’, santo cielo. Henry Molise. Come mai da queste parti, Henry? Stai scrivendo un altro di quei romanzi di merda? L’ultimo mi ha fatto vomitare. L’ho bruciato, perché i bambini non si contaminassero. Dio, che maniera di guadagnarsi da vivere!».
La confraternita dell’uva, J. Fante
7.11.17
132.
«Mi scusi, quanto costa quello?».
«Vede, signore, più che “quanto costa?”, la domanda dovrebbe essere “quanto vale?”, considerato che…».
«Sì ma la domanda è “quanto costa?”».
«È sicuro?».
«L’ho fatta io».
«No perché a volte uno vuole una risposta ma sbaglia la domanda».
«Io voglio sapere qual è il prezzo e la domanda è “qual è il prezzo?”».
«Sì, certo, certo… eh eh… però, lei mi insegna che…».
«Quando?».
«In che senso?».
«Quando gliel’ho insegnato? Ci siamo appena conosciuti e le ho solo chiesto il prezzo».
«Be’, certo, ma si vede che lei è una persona intelligente e…».
«Dice che infondo insegnamenti solo con il mio aspetto?».
«No, ma da come ragiona si capisce che…».
«Ho solo fatto una domanda, non ho ragionato».
«Vede! Lei ragiona eccome, signore mio!».
«Sarà… tornando al prezzo…».
«Certo. Però quello che volevo dirle è che alla fine il prezzo è solo un numero, no?».
«Cioè non le devo dei soldi per portarmi a casa l’articolo?».
«Sì, chiaro, ma in astratto, dicevo, il prezzo è solo un numero, mentre…».
«Che numero?».
«Aspetti… mentre molto più importante del prezzo è il valore di un bene».
«E a quanto ammonta il valore del bene in questione?».
«Molto più del prezzo! È questo che sto cercando di spiegarle».
«Quindi devo darle più soldi di quanto effettivamente costa?».
«Eh? No, no… certo che no! Lei può avere una cosa che vale molto a un prezzo che, rapportato al valore, è poco».
«Quanto poco?».
«Questo dipende dalle opzioni che sceglierà per arricchire la sua offerta. Ne abbiamo tantissime, studiate in modo da rendere il prodotto adeguato alle sue esigenze e…».
«Le opzioni possono far scendere il prezzo?».
«Ehm, no».
«Le opzioni fanno salire il prezzo?».
«E il valore!»
«Ma il prezzo?».
«Sì, anche il prezzo».
«Nessuna opzione. Allora, questo prezzo?».
«Nove euro».
«Troppo».
19.9.17
131.
Stamattina volevo sapere quanto costa una cosa, allora sono andato sul sito e ho trovato sia la domanda sia la risposta. La risposta diceva: «Più che “quanto costa?” la domanda dovrebbe essere “quanto vale?”, perché il prezzo di per sé è solo un numero». Mi ha fatto ridere.
18.9.17
127.
È venuto fuori, ho letto, che uno che era stato indicato come l’assassino in realtà non era l’assassino ma solo uno che si chiamava come l’assassino, e allora lo stesso giornale che lo aveva indicato come l’assassino lo ha contattato e intervistato per chiedergli come si sente adesso che tutti pensano che sia l’assassino? Lui ha detto che, quelli che hanno detto che era l’assassino, li avrebbe portati davanti alla legge, e il giornale ha detto: fa proprio bene.
11.9.17
122.
Sono andato a pranzo dai miei. Mia madre ha fatto il pesce spada e lei e mio padre mangiavano questo pesce spada e mia madre continuava a dire «buono questo pesce spada, no? Non sa di pesce. Di solito sa di pesce, invece questo no. Molto buono».
26.8.17
120.
Periodicamente quando vado a fare la spesa mi dico: dai, mangiamo un po’ di frutta. Così prendo tre o quattro mele. Mentre le prendo penso: ma guarda come sono belle le mele, perché non le prendi tutti i giorni? Guarda come sono colorate, e come sono buone, dicono, dolci e succose. E quanto fanno bene. E così dicendo riempio il sacchetto. Quattro, cinque, sei mele. A volte ho preso anche un chilo di mele, non so cosa avessi in mente. Comunque poi regolarmente succede questo: torno a casa, metto il sacchetto di mele da qualche parte, oppure le tolgo anche dal sacchetto e le dispongo in un portafrutta, di solito una ciotola o un piatto, visto che, non mangiando frutta, non abbiamo portafrutta, e le mele restano lì, un giorno, due giorni, tre giorni, una settimana, due settimane, un mese, due mesi, è incredibile quanto durino le mele, penso a volte quando passo e le guardo. Mi è capitato anche di spolverarle.
25.8.17
111.
7.8.17
110.
Adesso che ho l’età che ho vedo molto chiaramente tutte le cose stupide che ho fatto e che ho pensato dieci, venti e tren’tanni fa, mentre tutto quello che faccio e penso oggi mi sembra intelligente, proprio come dieci, venti e trent’anni fa.
1.8.17
105.
«Abbiamo fatto tutta la Val Camonica».
«Tutta?».
«No, non tutta. In effetti non siamo appena tornati, né tornati da molto, visto che non siamo mai partiti. Niente vacanze quest’anno. E posso smettere di usare il plurale: mio marito mi ha lasciato da sei mesi e si è portato via i bambini. Sono rimasta a casa da sola. Casa. Se si può chiamare casa una scatola di cartone sotto un ponte».
«…».
«Ponte…».
2.7.17
104.
Un uomo e una donna conversano nelle vicinanze.
Lui: «Vacanze?».
Lei: «Appena tornati».
Lui: «Da dove?».
Lei: «Abbiamo fatto tutta la Val Camonica».
Lui: «Tutta?».
Se ti ha detto tutta l’avrà fatta tutta, penso io, che cosa potrà mai risponderti, adesso, «No, in effetti no, ti ho mentito, scusa»?
Lei: «No, non tutta».
103.
Inganno, P. Roth
28.6.17
100.
26.6.17
93.
Un anno con Thomas Bernhard, K. I. Hennetmair
9.6.17
92.
Un anno con Thomas Bernhard, K. I. Hennetmair
8.6.17
24.5.17
87.
(su Wu magazine di maggio, qui.)
15.5.17
82.
Giorni fa parlavo con un amico e gli ho detto questa cosa, cioè che per parlare con la gente mi serve del vino pregiato, altrimenti la noia mi uccide. Anche con te, adesso, gli ho detto, senza questo bicchiere di vino pregiato non ce la farei.
22.4.17
13.4.17
77.
Da che ricordo ho sempre avuto dei problemi con la linea internet. Be’ magari sempre no, ma è più il tempo in cui ho avuto dei problemi che il tempo in cui non ne ho avuti, questo sì. Adesso, però, avevo una linea che non me ne dava, così ho pensato di cambiare con una che me ne dà, mi sembra più adatta a me.
5.4.17
73.
Sylvia, L. Michaels
31.3.17
72.
Quando vado a prendermi una pizza, poi quando me la danno, la pizza, mi dicono «buona serata». Non so cosa si immaginano che faccia, da solo, dopo aver mangiato la pizza.
27.3.17
66.
12.3.17
61.
Oggi un uomo mi si è avvicinato e ha borbottato qualcosa. «Come, prego?» gli ho detto io. E lui: «I peperoni a quattro e novanta sono un ladrocinio».
2.3.17
59.
L’astore, T. H. White
27.2.17
21.2.17
50.
L’astore, T. H. White
12.2.17
49.
7.2.17
29.1.17
41.
Ho letto oggi che se sorprendi un gatto a fare qualcosa che non va e lo rimproveri duramente, lui non imparerà che quella cosa non va fatta, ma che va fatta quando non ci sei tu.
27.1.17
40.
«Ah è così una caldaia, dentro?» ha detto.
«Sì,» le ho detto io «come pensavi che fosse?».
«Me la immaginavo tutta piena d'acqua».
«Tipo un acquario?».
«Sì».
26.1.17
25.1.17
33.
Quando parlo non so mai che cosa dirò e dunque mi ascolto sempre con grande curiosità e interesse.
19.1.17
31.
16.1.17
29.
Pensavo: ho sbagliato il paragone. Se negli acquari dove ci sono i pesci puoi buttare un pesce pulitore, nelle case, dove ci sono le persone, non puoi mica pretendere che ci sia un gattino o un cane, a occuparsi delle tue immondizie. A rigor di logica ci dovrebbe essere una persona. E infatti c’è, pensavo, e si chiama donna delle pulizie. O, come la chiamerò d’ora in avanti, persona pulitrice (o essere umano pulitore, che sembra più scientifico).
14.1.17
28.
Ieri un mio amico mi ha detto che quando aveva l’acquario, un giorno ha comprato due pesci pulitori, che sono quei pesci che li metti nell’acquario e te lo puliscono da tutta la sporcizia, peccato non ci siano anche, tra tutte le razze di gatti e di cani, per esempio, ho pensato, dei gattini pulitori, o dei cagnolini pulitori, che quando arrivi a casa li lasci andare e cominciano a pulirtela tutta. Comunque lui ha preso questi due pesci pulitori, e il venditore di pesci gli ha detto questi qui mangiano e intanto puliscono, al che il mio amico ha pensato ma se mangiano vorrà anche dire che poi espellono, quindi forse puliscono in un primo momento, ma poi, necessariamente, in un secondo momento sporcano, anche se magari mangiano più di quanto smaltiscano, e quindi forse il bilancio pulizia/sporcizia alla fine è in positivo. A ogni modo il venditore di pesci gli ha detto questi qui mangiano e intanto puliscono, puliscono sia l’acqua che il vetro dell’acquario, ma vanno anche sotto il fondo e puliscono anche lì. Allora il mio amico è andato a casa con questi due pesci pulitori, li ha presi, li ha buttati nell’acquario e, mi ha detto, i pesci pulitori sono subito andati sotto il fondo e sono scomparsi e da quel momento lì non li ha mai più visti.
24.
C’è questo tizio, in America, che ha ucciso delle persone, è stato arrestato e processato. In aula ce l’hanno mandato con il giubbotto antiproiettile, per paura che qualcuno lo uccidesse. Quindi è stato condannato a morte.