883.
26.12.20
882.
20.12.20
881.
«Sì. Però devi capire una cosa sugli scacchi. Ovviamente sono più forte di Morphy. Perché sono meglio di Morphy? Non dico di aver più talento, è solo che conosco molta più teoria. Se lui giocasse ai nostri tempi invece che nell’Ottocento, e, diciamo, non potesse aprire neanche un libro, perderebbe persino contro dei Maestri, forse. Ma questo non ha niente a che fare con il suo talento! Dunque se dici che sono meglio di questo e di quello, be’, non significa nulla. Per via di tutta la teoria che c’è negli scacchi, capisci? Se invece tu mi chiedessi se sono il giocatore più talentuoso di tutti i tempi, allora quella sarebbe una questione totalmente diversa».
«Signor Fischer, è lei il giocatore più talentuoso di tutti i tempi?».
«Sì».
18.12.20
880.
15.12.20
879.
11.12.20
878.
7.12.20
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4.12.20
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30.11.20
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27.11.20
874.
25.11.20
873.
872.
24.11.20
871.
«C5».
«Cf3».
«Ok, d6».
«Bene, d4».
«Pedone prende pedone».
«Cavallo prende».
«Cavallo… Cavallo f6».
«Cavallo c3».
«D’accordo, pedone g6».
«Pedone f4».
«Alfiere g7».
«Mi è sempre piaciuta la Levenfish! E5».
«Cavallo h5».
«Alfiere in b5».
«Alfiere d7».
«E6. E sai cosa dice Scharz al riguardo, nella nota?»
«Non mi servono le note».
«Ok, be’, sarebbe ora che le usassi».
«Non mi piace Scharz».
«Neanche a me piace Scharz, ma lo leggo. Qual è la tua mossa?».
«F per E».
23.11.20
870.
14.11.20
869.
12.11.20
868.
11.11.20
867.
Vite brevi di idioti, E. Cavazzoni
9.11.20
866.
Ieri invece ho guardato La grande partita, cioè addirittura un film sugli scacchi. Non solo: un film su Bobby Fischer, uno dei più famosi e come si suol dire geniali giocatori di sempre, e la sua storica partita con Boris Spasskij in piena guerra fredda. Inutile dire che l’unico motivo per cui l’ho guardato è vedere se la mia regola – se in un film c’è una scena di scacchi, è sbagliata – sarebbe stata rispettata. Ero davvero preoccupato, lo ammetto, perché sbagliare in un film del genere sarebbe stato come fare un film su Maradona e farlo giocare con un pallone da rugby (se la sarebbe comunque cavata), o dimenticarsi di mettere i portieri. Per la prima mezz’ora o forse più gli sceneggiatori sono stati abbastanza furbi da non inquadrare mai direttamente una scacchiera, e di scacchi quasi non si parla, c’è solo Fischer che fa il matto e che dice «Sono il più forte di tutti! Sono il più forte di tutti!», il che lo fa sembrare un po’ scemo. Stavo per perdere le speranze, quando ecco che pure qui, come ne La regina degli scacchi, c’è una partita a mente, in questo caso tra Bobby e un prete (boh). Sulle partite a mente nei film mi vengono due domande: prima domanda, perché non resistono alla tentazione di infilarcele? Forse pensano che la cosa possa sbalordire lo spettatore? In effetti per sbalordire qualcuno con gli scacchi è necessario che il soggetto li conosca in modo abbastanza approfondito, altrimenti sembrano stupidi, noiosi e incomprensibili, a meno che non si usi una scacchiera lilla (anche a mente). Allora forse uno spettatore inesperto vede due che giocano a mente dicendo coordinate indecifrabili e pensa: wow, questo sì che è un vero genio! Seconda domanda, perché non si documentano prima di scriverla? Sembra che facciano affidamento sul fatto che nessuno controllerà mai quelle mosse, ma in realtà penso che il pubblico sarà perlopiù di scacchisti, e tutti controlleranno. Per gli altri vanno bene. Io ovviamente sono andato a controllarle, nonostante ci fossero due elementi potenzialmente scoraggianti: uno è che Bobby e il prete sembrano nel mezzo di una partita, il che rende più difficile capire se le mosse abbiano senso o no, visto che non si conosce la posizione completa come in partenza; due, a un certo punto Fischer dice che ha preso l’idea di una mossa da una partita tra Anderssen e Morphy, due giocatori del 1850, il che sembra dire: ehi, ci siamo documentati alla grande, qui! Però, mi sono detto, diamo ugualmente un’occhiata, Bobby (mi chiamo Bobby, quando parlo da solo), non si sa mai. Così prendo la scacchiera e decido di posizionare solo i pezzi che vengono nominati, per vedere se qualcosa non va. Difficile con così poche informazioni e così poche mosse, ma non si sa mai:
Fischer: Alfiere d3.
Ora, non sappiamo se Fischer abbia i bianchi o i neri, diciamo che ha i bianchi:
Prete: Alfiere e5.
Fino a qui tutto ok.
Fischer: Cavallo e5.
Ora, il cavallo si muove sulla stessa casa dove il prete ha messo l’alfiere, quindi lo prende. Strano che non venga usata la formula Cavallo prende Alfiere o Cavallo prende in e5 o Cxe5, ma ok.
Il prete resta un po’ perplesso, il che farebbe pensare a una svista, e poi:
Prete: Torre d1.
Mm, un po’ sospetto. Scricchiolante, diciamo, ma legale. Fischer sorride soddisfatto e dice:
Fischer: Donna e4.
Non vediamo gli altri pezzi sulla scacchiera, quindi non sappiamo che abbia da sorridere, ma non importa, importa che non ci siano scempiaggini. La mia regola resta in pericolo. Il prete risponde con:
Prete: Pedone a4.
Tocca a Fischer, che finalmente dice:
Fischer: Donna e7.
Ed ecco qua! Donna e7 è impossibile, la regola è salva!
Che soddisfazione. Ho svegliato Gâteau per dirglielo, ma si è grattata dietro l’orecchio e poi si è rimessa a dormire. Dopotutto con un cervello di 25 grammi non si possono certo apprezzare queste sottigliezze.
Più avanti il prete e Bobby ci riprovano, questa volta sembrano cominciare una partita, e la prima mossa del prete è subito:
Prete: Alfiere f6.
L'alfiere non muove dritto, non salta i pedoni, non cambia colore e verrebbe mangiato.
Fischer: Re d4.
Il re muove solo di una casa, non salta i pezzi e verrebbe mangiato.
Che dire? Bello. E qui ha riso persino Gâteau.
7.11.20
865.
5.11.20
864.
Ieri stavo guardando la miniserie di Netflix La regina degli scacchi. Alcune scene mi hanno turbato. Una per esempio è quando lei gonfia un materassino con la pompa a piede. Ok. Un’altra invece riguarda gli scacchi. C’è una regola d’oro che ho elaborato nel tempo: se c’è una scena di scacchi in un film, è sbagliata. Qualcuno potrebbe pensare che gli scacchi siano un gioco da tavolo di nicchia per sfigati brufolosi, ma allora come la mettiamo con, che so, la Maestra Alexandra Botez, che mi piacerebbe sfidare qui a casa mia (poi si può anche giocare a scacchi, eventualmente)? Comunque lasciamo stare e torniamo alla serie che, vi ricordo, è tratta dal romanzo di Walter Tevis.
Con una serie sugli scacchi, mi sono chiesto: resisterà la mia regola?
In una scena i nostri due campioni, la regina degli scacchi e, be’, un tizio bravo anche lui (sono i due più forti giocatori degli Stati Uniti), stanno facendo un viaggio in macchina e decidono di giocare una partita a mente. Vediamola insieme:
Lui: e4.
Lei: c5.
Fino a qui tutto ok.
Lui: Cf3.
Lei: Ok, d6.
Lui: Bene, d4.
Lei: Pedone prende pedone.
Lui: Cavallo prende.
Ora tocca a lei, che, dopo una minima esitazione dice:
Lei: Cavallo… Cavallo f3.
Mm, no. Cavallo f3 è una mossa del bianco, che peraltro ha già fatto. Lui però non batte ciglio e dice:
Lui: Cxd4.
Mossa che aveva già fatto quando ha detto «cavallo prende», cioè una mossa fa. Qui secondo me lei dovrebbe afferrare il volante come Cameron Diaz in Vanilla Sky e far schiantare l’auto da qualche parte. Invece dice:
Lei: D’accordo… Cf6.
Ok, almeno questa è del nero.
Lui: Cc3.
Lei: g6.
Lui: La Levenfish. Non mi è mai piaciuta.
Dunque, vediamo come si presenta la scacchiera nella variante Levenfish:
e vediamo com’è la loro scacchiera, ignorando le due mosse assurde:
A quanto pare manca il tratto caratteristico della Levenfish, cioè f4. Poco male. Ma qui la partita diventa davvero strabiliante:
Lui: Re b3.
Purtroppo il povero Re non ha alcuna possibilità di andare in b3, come potete notare. È un lungo viaggio per quel povero vecchietto che si muove di un misero balzellino alla volta.
Lei qui deve aver pensato: credi di essere l’unico a poter fare mosse impossibili solo perché stiamo giocando a mente? Beccati questa! E dice:
Lei: Pedone in r5.
R5? Vediamola sulla scacchiera:
Senza dubbio una mossa interessante, se stai giocando agli scacchi di Star Trek.
Nei sottotitoli italiani i due giocano una partita diversa, una vera Levenfish almeno fino a quando lei fa di nuovo una mossa impossibile, peccato.
Lei: f5.
Con il pedone che salta il cavallo come fosse un cavallo che però muove dritto. Tra l’altro lui dice «la Levenfish non mi è mai piaciuta», ma l’attacco Levenfish è una variante del bianco, quindi poteva semplicemente non giocarla, se non gli è mai piaciuta. A quel punto sbrocca e dice soltanto «re muove», ma non dice dove – a parte che, ovunque muova, è una mossa un po’ scema:
Lei nel frattempo continua a fare mosse impossibili dicendo:
Lei: Prendo il cavallo.
Ma nessuno dei suoi pezzi può prendere cavalli. Lui non le fa notare l’errore e dice:
Lui: Il pedone prende.
Lei: Pedone in e4 (assurda).
Lui: Il pedone prende (ambigua. Prende in g6, continuando la sua entusiasmante corsa lungo la diagonale b1-h7, o prende di en passant in e6 tranciando l'oltraggiosa avanzata di ben tre caselle in un sol colpo del pedone E del nero? Chissà).
A questo punto lui le dice che dovrebbe studiare, e non ha torto. Ma anche lui dovrebbe. O forse invece di fare delle partite a mente potrebbero scopare e basta, come in tutte le altre serie.
Nella versione originale le cose non vanno meglio. Al che mi sono detto: ma perché non hanno semplicemente seguito il romanzo? I romanzieri sono persone molto precise (sto inventando), che si documentano, eccetera. Così prendo il libro, trovo la scena: sbagliata anche lì. Che sia colpa della traduzione?
Be', in conclusione: ora smetterò di guardare la serie? Al contrario: ora che posso cercare gli errori ho finalmente un buon motivo per finirla.
3.11.20
862.
Letture facoltative, W. Szymborska
29.10.20
27.10.20
860.
26.10.20
859.
858.
Allora, come si sente?
Eh, insomma, direi bene.
Se l’è vista brutta.
Stavolta sì. Già non ho fatto una vita memorabile, sa.
Certo.
Però alla fine uno si accontenta.
Ci può dire esattamente in che cosa consisteva il suo lavoro?
Raccoglievo urina.
Capisco. Non il massimo.
Veda lei.
Non il lavoro che uno sogna da bambino.
Infatti.
O che immagina quando studia.
No.
Lei che studi ha fatto?
Archeologia.
Interessante.
Sì.
Ma poi è finito a raccogliere urina.
Tutto il giorno.
Però dicono che l’urina, quando è all’interno del corpo, sia sterile.
Eh, ho capito.
Non le piaceva.
Ci mancava solo che non fosse sterile.
Giusto.
Alla fine è arrivata pure la malattia.
La ciliegina sulla torta.
Esatto.
Però, con le nuove tecnologie…
Sì, sì, lo so. Nel quaranta per cento dei casi l’organo si salva. Sapesse quante volte me lo sono ripetuto, negli ultimi mesi.
Però lei rientra in quel quaranta per cento.
Sì.
Purtroppo per il resto del corpo non c’è stato niente da fare.
Purtroppo no.
Le manca?
Non avevamo chissà quale rapporto, devo dire, però aveva i suoi vantaggi.
Per esempio?
La temperatura.
Ora ha freddo?
Un po'.
Però niente più urina.
No, basta, solo quest’acqua medicinale.
È per la conservazione.
Sì.
Che cosa farà, adesso?
Non so, non ci ho ancora pensato. Intanto finisco la convalescenza e cerco di rimettermi completamente, poi vedremo.
Giusto. Bene, allora le faccio i miei auguri, e grazie per la sua disponibilità.
Si figuri, grazie a lei.
A presto.
Sì.
21.10.20
857.
20.10.20
856.
L’odore dei broccoli mi ricorda la nonna, ha detto mia madre, asciugandosi una lacrima.
Li cucinava spesso?
No, mai. Perché?
Questo mi ha ricordato quella volta che mi ha detto:
Lo zio Anselmo è andato a farsi togliere un'unghia, giovedì.
Santiddio! Che ha fatto?!
Niente, perché?
Poi mio padre ha cominciato a raccontarmi degli indovinelli, però non se li ricordava, quindi:
Lo sai l'indovinello delle mele?
Sì.
Te lo racconto lo stesso.
Ma lo so!
Allora, adesso non mi viene in mente di preciso, ma c'erano delle mele, un sacco, o dei sacchi, e tu dovevi fare qualcosa, con queste mele, insomma che alla fine il numero doveva essere un certo numero preciso.
Forte, gli ho detto. Poi, dopo un breve silenzio mi fa:
Secondo te è possibile che un giorno le macchine diventino così intelligenti da conquistare il mondo?
Be’ penso sia difficile visto che, per quanto intelligenti possano diventare, basta staccare la corrente per metterle k.o.
Eh eh, ma loro te lo impedirebbero.
Potremmo bombardarle.
Te lo impedirebbero.
Allora sì, è possibile.
Eh eh.
12.10.20
855.
Rispondo: È ufficiale! Chi se ne frega!
Poi penso: che selezione accurata. Avranno fatto anche delle riunioni:
Allora, avete selezionato il fortunato cliente destinatario dell’Offerta Unica?
Sì, capo, ci sarebbe questo tizio, ha lo stesso contratto da undici anni, paga un euro per due giga e ne usa zero.
Come mai zero?
Secondo i nostri detective non esce mai di casa.
Come mai?
Dice che fa freddo.
Offritegli una coperta.
Non risponde alle telefonate dei nostri centralini.
SMS ne usa?
Zero.
Come mai?
Non li usa più nessuno.
Minuti?
Ne ha mille, ne usa quattordici.
Sembra proprio il tipo giusto.
Sì.
Procediamo.
7.10.20
854.
3.10.20
853.
1.10.20
852.
28.9.20
851.
24.9.20
850.
21.9.20
849.
Sì, T. Bernhard
18.9.20
848.
Gli obiettivi della fase difensiva sono due:
- non prendere goal
Ok. Non ho letto il secondo, ma non vedo a cosa serva, è sufficiente che nel capitolo intitolato Fase offensiva venga detto che l'obiettivo della fase offensiva è:
- fare goal.
E sei a posto.
Si poteva comunque concentrare tutto il discorso in un solo capitolo in cui si diceva che l'obiettivo è:
- vincere.
Tra l’altro, sempre nella tesi di Pirlo – l’ho sfogliata–, in pratica ci sono tutti i principi di gioco che vuole trasmettere alla Juventus, per esempio, che so, «Cerchiamo di isolare l’avversario portandolo verso la linea laterale», con tanto di disegno, perciò suppongo che tutti gli avversari della Juventus non dovranno fare altro che scaricarsi la tesi di Pirlo e prendere le dovute contromisure, io farei così. Certo, sarà un duro colpo per loro leggere al capitolo 2, paragrafo 1, quel «non prendere goal». E adesso come facciamo?, penseranno. Speravamo si fosse dimenticato di questo importante obiettivo, e invece no. Ma allora non è un principiante, ecco perché gli hanno affidato la Juventus, avevano ragione, è un predestinato, siamo fregati, etc.
17.9.20
846.
14.9.20
845.
13.9.20
844.
«Caro Signor Rossellini,
ho visto i suoi film Roma Città Aperta e Paisà e li ho apprezzati moltissimo. Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo “ti amo”, sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei.»
Chi non sogna di ricevere una lettera così? Io me la immagino sempre indirizzata a me, Caro signor eccetera eccetera ho letto i suoi libri eccetera eccetera, se ha bisogno di un’attrice svedese eccetera eccetera. Un giorno capiterà. Comunque, tornando al documentario, ho visto questo pezzettino. Ci sono Isabella Rossellini e Renzo Rossellini davanti alla tomba di famiglia che decidono le posizioni, Isabella dice «io voglio andare lì vicino a papà, o se no sopra», e Renzo le dice «ma incenerita», e lei «sì, incenerita io, ho lasciato tutto scritto. Ma anche te, no?», e lui: «Sì sì». Mi ha fatto ridere.
11.9.20
843.
9.9.20
842.
8.9.20
841.
840.
A. Sono un coglione.
B. Sono un fottuto irascibile.
C. Sono un cattivo esempio per i giovani.
D. Sono una vergogna.
E. Sono un violento.
F. Mi sento triste e vuoto.
7.9.20
839.
1.9.20
838.
31.8.20
837.
Domanda della giornalista: Ma la felicità non è un rischio? Non sta forse nel «fecondo coraggio», come diceva Natalia Ginzburg, il segreto dell’andare avanti?
Risposta della Cavalli: Boh.
Mi ha fatto ridere.
29.8.20
836.
«M’interessano i suoi concetti di soggettività e di verità, e in particolare le sue idee sul concetto di scelta; l’idea che una vera scelta può derivare soltanto dal dubbio e dall’incertezza, senza ricorrere all’esperienza o ai consigli degli altri. Qualcuno potrebbe sostenere, con delle motivazioni abbastanza valide, che si tratta di una filosofia sostanzialmente borghese, esistenzialista, che cerca quindi di ridurre l’importanza dei valori sociali. Si tratta però anche di una filosofa liberatoria perché, quando questi valori sociali vengono negati, diminuisce la possibilità di controllo sull’individuo da parte della società e…» Ma forse sono andato troppo avanti. Meglio fermarsi qui. I coglioni troppo furbi non piacciono a nessuno. Basta poco a guadagnarsi una multa più salata o, cazzo buono, addirittura una condanna più lunga, solo perché uno parla troppo. Porta rispetto, Renton, porta rispetto.
E il giudice assolve Renton, ma condanna Spud.
Una vita da libraio, S. Bythell
835.
Sì.
Ce ne può parlare?
Certo. È la storia di un ragazzo sulla sedia a rotelle che si innamora di Sofia Vergara.
Questo sembra più interessante dei suoi precedenti libri.
Perché?
Be’ perché sembra esserci il tema della bellezza interiore, oltre a
Sofia Vergara mi sembra piuttosto belloccia anche fuori, onestamente.
Parlavo del ragazzo in sedia a rotelle.
Ah, certo.
C'è poi il tema della disabilità fisica, con i pregiudizi, le barriere e così via.
Non ci avevo pensato. Forse allora devo cambiare.
Perché, scusi?
Perché non mi piace che un’opera contenga un qualche tipo di messaggio, specie se edificante. Vorrei scrivere solo opere che non significano assolutamente niente.
Se è per questo allora non deve preoccuparsi, secondo me. Inoltre non definirei i suoi libri opere. Ma andiamo avanti con la trama. Che succede dopo?
Il ragazzo si presenta da Sofia Vergara, ma non vuole farsi vedere da lei in sedia a rotelle.
Come mai?
Vuole che sia una sorpresa.
Capisco.
Le donne amano le sorprese.
Dice?
Sicuro.
E come fa il protagonista a presentarsi da Sofia senza che lei si accorga di un particolare, mi perdoni, piuttosto evidente?
All’inizio avevo pensato che potesse girare con del fogliame sulla sedia a rotelle, per coprirla.
Poteva essere un’idea.
Sì, ma sarebbe risultato troppo basso, quindi saremmo finiti da un handicap all’altro, da un paralitico a un nano.
Questo non è molto corretto, scusi. Mio zio è un nano.
Mi spiace per lui.
La cosa non la imbarazza?
Sì, ma che possiamo fare? Non possiamo certo sopprimerlo.
Ma chi?
Suo zio. O forse possiamo, veda lei.
No, io dicevo se non la imbarazza aver fatto la gaffe.
Quale gaffe?
Va bene, senta, vada avanti. Niente fogliame sulla carrozzina.
No.
Quindi?
Quindi in pratica si fa portare nei luoghi dove sa che passerà Sofia, trasportato su uno di quei carrelli verticali, sa, quelli che si usano per le casse di acqua e bibite.
Ok.
E si fa lasciare lì, in piedi. A quel punto passa Sofia e lui la saluta, le chiede un selfie, le regala dei fiori. Le solite cose. Un bel giorno Sofia finalmente lo nota.
E che fa?
Be’, nonostante la paralisi, la cecità e l’assenza delle braccia, lei lo
Questo non lo aveva detto.
No?
No. E riesce a far innamorare Sofia?
Ah ah. Come potrebbe?
Be’, non è detto.
Ma per favore.
Quindi secondo lei Sofia Vergara è superficiale?
Come tutte le donne.
Lei ha proprio un bel coraggio a dire una cosa del genere a una donna.
Dove?
Qui. Io.
Lei è una donna.
Sì.
Non lo avevo capito.
28.8.20
834.
25.8.20
833.
Buongiorno.
Bella vacanza?
Sì, grazie.
Divertito?
Sì sì.
Ballato?
Eh sì.
Mangiato?
Molto. Tantissimo pesce e anche mol
Bene. Mascherina?
Ma, sa, il virus non c’è p
Dobbiamo farle il tampone.
Sì?
Già.
Ma non è colpa mia se il gov
Apra bene la bocca.
Perché Zangrillo dice che
Chi?
Zangrillo.
Ah ah. Claudio! Vieni a sentire. Tu vieni. Su, lo dica ancora.
Cosa?
Quello che ha appena detto, lo dica ancora.
Zangrillo?
Ah ah.
Non capisco.
Non importa. Adesso apra bene lo bocca. Bravo, così, fermo un attimino… ecco fatto.
Ok. Arrivederci.
No, che arrivederci, stia qua.
Perché?
C’è l’altro tampone.
Che altro tampone?
L’altro tampone. Questo qui che le ho appena fatto era per il SARS-CoV-2.
Il Covid.
No. La Covid è la malattia. Comunque lei dica come vuole, non fa alcuna differenza.
No perché mio cug
Dica tutto quello che vuole, stia tranquillo.
Perché credev
Sssh. Tranquillo.
...
Bravo. Adesso invece le faccio il tampone per l’Andràtuttobene.
Eh?
Per vedere se durante il lockdown ha scritto, detto o pensato Andràtuttobene.
Ma come fa a…
Fa, fa. Apra bene la bocca… fermo così… fatto.
…
Bravo. Adesso può andare.
24.8.20
832.
17.8.20
831.
16.8.20
12.8.20
828.
8.8.20
827.
5.8.20
826.
3.8.20
825.
31.7.20
824.
30.7.20
823.
29.7.20
822.
28.7.20
821.
Correre, J. Echenoz